Ci sono pochi aspetti positivi lasciati dalle nubi nere del periodo di restrizioni pandemiche in Kenya e specialmente a Nairobi. Uno di questi riguarda il settore della ristorazione e particolarmente quello legato alle eccellenze italiane, che abbinano alla nostra tradizione enogastronomiche l’esperienza, la bontà del servizio, la capacità di sapersi adeguare agli standard richiesti da una clientela locale sempre più competente ed esigente e a quella internazionale che nella metropoli keniana apprezza il giusto equilibrio tra piatti classici, rivisitazioni e creatività.
In questo senso si è creata una sorta di selezione naturale che ha privilegiato i ristoranti italiani di qualità, che nel tempo si sono costruiti una credibilità che va d’accordo con il gradimento di una clientela che non solo non li ha dimenticati, ma che è tornata a frequentarli assiduamente.
E’ il caso de La Terrazza, ristorante nella vivida e pulsante Ngong Road, all’interno del sicuro e tranquillo centro commerciale “Green House”. Un elegante attico gestito dagli italiani Murielle e Stefano, da cui si domina Nairobi e allo stesso tempo ci si immerge in un ambiente carico di arte (le opere di Gianpaolo Tomasi) e di rimandi al nostro patrimonio enologico.
Ma La Terrazza è soprattutto una cucina che sa abbinare alla tradizione dell’homemade la ricerca dei sapori genuini che esaltano la cultura italiana del mangiar bene.
Artefice di quest’impresa è senza dubbio Murielle Minchella, già apprezzata in città per aver gestito fino a qualche anno un altro locale di successo a Lavington.
E’ lei personalmente a ideare e far realizzare i piatti (se non a giostrare direttamente tra i fornelli) e scegliere i prodotti italiani migliori sul mercato, tra cui spiccano burrate ed altri formaggi, salumi ed tante prelibatezze fresche in arrivo dal nostro paese. Ma anche a predisporre l’arrivo quotidiano del pescato dell’Oceano Indiano per poter portare in tavola ad esempio una perfetta cernia all’acquapazza o inventarsi gli spaghetti al pesce vela affumicato con un tocco decisamente mediterraneo. Per non parlare della pasta fresca (i ravioli sono assolutamente da provare) e di pane e focaccia fatti in casa, così come artigianali sono i dolci (un parfait di mandorle da urlo).
“I nostri clienti apprezzano la filosofia della Terrazza – spiega Murielle – che è quella di restare fedeli alle ricette che esprimono la genuinità e la varietà di sapori del nostro paese d’origine e allo stesso tempo presentarli come “experience”, ovvero momenti di approfondimento del perché l’arte culinaria italiana è così famosa ed apprezzata nel mondo, facendo apprezzare i motivi di certi accostamenti e di talune preparazione”.
Sui tavoli del locale, a pranzo e cena, non mancano il ketchup e le salse piccanti, ma sono sempre meno i frequentatori abituali che li utilizzano. Tra di loro, nelle sale su due piani in cui a cena è difficile trovare posto, senza prenotazione, ci sono spesso anche VIP e personaggi di spicco della politica e della società keniana.
“Abbiamo ripreso a lavorare benissimo – ammette la padrona di casa – e siamo felici di contribuire nel nostro piccolo alla ripresa della vita sociale della capitale, che non può non passare dalla buona cucina e dal piacere di ritrovarla in un ambiente dove ognuno si sente a proprio agio, con quel tocco italiano che diventa il segno distintivo di un ristorante di qualità”.