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25-03-2024 di redazione
Potrebbe esserci presto una rivoluzione nel diritto all’assistenza sanitaria statale per quanto riguarda i residenti italiani all’estero, quindi anche in Africa e in Kenya.
Una proposta di legge promossa dal partito di governo Fratelli d’Italia, già depositata presso la commissione Sanità e Affari sociali della Camera, potrebbe concedere il diritto alla copertura annuale, e non più quella temporanea, da parte del servizio sanitario nazionale, versando un contributo obbligatorio di 1500 euro all’anno.
Com’è noto, fino ad ora, nel momento in cui un cittadino italiano si registra all’Anagrafe dei connazionali residenti all’estero (AIRE), perde il diritto all’assistenza sanitaria nel paese d’origine secondo i criteri del SSN che garantisce l’estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione, ma può essere curato, con l’iscrizione temporanea, per soli 90 giorni all'anno.
La proposta di legge presentata in parlamento darebbe la possibilità agli italiani residenti all’estero (ricordiamo che dal 1 gennaio 2024 per loro è obbligatoria l’iscrizione all’AIRE, pena una sanzione di 1000 euro all’anno) di mantenere diritto all’assistenza sanitaria esattamente come se vivessero ancora in Italia, con la differenza che verrebbe loro chiesto il contributo annuale, calcolato in base ai dati forniti dall’Istat riguardo alla metà del costo medio annuale per il trattamento di un paziente italiano, che si attesta appunto intorno ai tremila euro.
Questa proposta, se adottata, comporterebbe sicuramente un costo inferiore rispetto a quello richiesto agli stranieri in Italia per periodi superiori a tre mesi che, in base all’ultima legge di bilancio varata dal governo Meloni, è aumentata da 387 a 2 mila euro annui.
L’iniziativa, promossa dall’onorevole Antonio Di Giuseppe di FdI, è stata valutata con estremo interesse da parte del governo, poiché potrebbe incentivare la registrazione dei cittadini italiani all’estero presso l’Agenzia delle Entrate per ottenere la tessera sanitaria e accedere alle cure senza oneri fiscali aggiuntivi.
Si calcola che se tutti i 6 milioni di italiani residenti all’estero aderissero alla proposta, lo Stato incasserebbe quasi 9 miliardi di euro all’anno, una significativa fonte di entrate per il governo.
L’idea di Di Giuseppe rientra negli sforzi del governo per far registrare all’AIRE tutti i cittadini italiani residenti all’estero. Molti di loro infatti non lo hanno mai fatto per paura di perdere il diritto all’assistenza sanitaria in Italia.
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