Dopo le piogge di novembre e dicembre portate dal ciclone equatoriale El Niño, il Kenya sta sperimentando nelle regioni costiere le più alte temperature mai registrate a cavallo tra dicembre e gennaio.
Come avvertono i responsabili regionali del servizio meteorologico, in alcune zone il termometro ha superato i 40 gradi, situazione aggravata dall’alto tasso di umidità.

Nello specifico, la contea di Tana River, a nord di Malindi, è in una situazione già molto grave, dopo la fine delle piogge che tra l’altro hanno causato inondazioni e sfollamenti. Ora l’inclemenza del sole e del calore, insieme all’alta umidità, può aumentare fatalmente anche i casi di malaria e di altre malattie tropicali.
Situazione più leggera ma comunque “calorosa” nelle località turistiche di Malindi e Watamu, dove di giorno si registrano anche 35 gradi e l’umidità non è scesa di molto.

Fortunatamente in riva al mare tira una piacevole brezza che può dare sollievo, ma per chi vive e lavora nell’immediato entroterra la situazione è già difficile. Così come nel parco nazionale dello Tsavo, dove gli animali potrebbero tornare presto a soffrire il caldo, anche se fortunatamente le abbondanti piogge hanno riportato cibo per gli erbivori, che loro malgrado diventeranno prede pasciute per i felini e gli altri carnivori.

Secondo gli esperti, le temperature continueranno ad aumentare fino a marzo, anche se di contro dovrebbe scendere il tasso di umidità nell’aria.
In altre regioni del paese il ciclone “bambino” non ha ancora scaricato le ultime cartucce e questo, in zone più secche e di montagna, ha tenuto le temperature ancora abbastanza basse.
Nella stessa capitale Nairobi, le giornate di sole sono ancora fresche e ventilate e l’estate vera tarda ad arrivare.