Apriti cielo! Il governo del Kenya ci sta seriamente pensando...
Dopo l’abolizione dell'obbligo del visto per i cittadini di tutto il mondo a partire dallo scorso 1 gennaio 2024 e la sostituzione di quest’ultimo con l’autorizzazione elettronica al viaggio (eTA), i vertici nazionali stanno ora cercando di mettere finalmente in pratica la cosiddetta politica dei cieli aperti per incrementare il turismo e il commercio internazionale.


L’apertura degli aeroporti internazionali di Nairobi e soprattutto Mombasa a tutte le compagnie straniere che volessero arrivare in Kenya, senza limitazioni di alcun tipo per concedere loro la licenza, ma solamente con un’intesa di reciprocità, è stata per anni evitata per non compromettere la compagnia di bandiera keniana Kenya Airways, a scapito però di un possibile aumento del numero di turisti e dell’abbassamento dei prezzi per recarsi nel paese, grazie alla concorrenza che si sarebbe creata.


Ora questa politica, sostenuta soprattutto dal settore privato dell'aviazione, consente alle compagnie aeree e per cui le associazioni di categoria e del turismo keniano stanno combattendo da tempo, potrebbe essere stata recepita.
Il ministro dei Trasporti, Kipchumba Murkomen, ha incoraggiato le compagnie aeree internazionali a utilizzare l'aeroporto internazionale Moi di Mombasa e altri aeroporti regionali proprio citando la “Open Sky Policy”. Questa dichiarazione sembra in linea con le ultime dichiarazioni del presidente William Ruto, il quale ha promesso di prodigarsi per rendere il Kenya il Paese ideale per gli investimenti stranieri.


Dopo l’apertura della rotta Dubai-Mombasa con la linea aerea emiratina Fly Dubay, Murkomen ha dichiarato che la politica dei cieli aperti “porterà alla crescita del settore turistico e dell'ospitalità, alla creazione di posti di lavoro diretti e indiretti e alla rivitalizzazione dell'economia della città di Mombasa e della regione in generale", come riferisce il sito Kenyans.


Sicuramente la necessità da parte delle casse dello stato di ottenere valuta “fresca” dall’arrivo di turisti ed investitori, vista la grave situazione economica in cui versa il paese e l’ascesa vertiginosa del dollaro nei confronti dello scellino keniota, ha affrettato questa decisione.
E’ chiaro che questa soluzione, dall’altra parte, potrebbe decretare la fine o comunque il ridimensionamento di Kenya Airways, che Ruto ha più volte dichiarato di voler vendere ma che con il suo fardello di debiti che aumentano di anno in anno, ricorda un po’ la nostra ex Alitalia.