Non c’è niente di sicuro sotto il cielo del Kenya, e non potrebbe essere altrimenti in un Paese che giorno dopo giorno deve fare i conti con aumenti esponenziali dei casi a seconda dei tamponi effettuati (ieri il 13 per cento di positivi rispetto ai test) e con una buona parte di politici che vorrebbero richiudere subito le contee.
Lo hanno chiesto i Governatori, riuniti in Consiglio due giorni fa e lo ha prospettato il portavoce della Presidenza, Cyrus Oguna.
“Il Presidente Kenyatta potrebbe valutare da un momento all’altro di richiudere il Paese – ha detto Oguna – e di riconsiderare la riapertura il 1 agosto ai voli internazionali”.
L’idea, secondo voci che filtrano dalla Capitale, confermate da editorialisti dei quotidiani nazionali e da altre dichiarazioni di personalità eminenti, è quella di attendere gli sviluppi dei casi nei prossimi giorni e monitorare la situazione delle strutture sanitarie, che sono prossime al collasso.
L’idea del Governo, secondo quando prospetta Oguna e ripreso dal quotidiano online Kenyans, potrebbe essere quella di riaprire il 1 agosto alle sole Nazioni africane e comunque agli Stati stranieri che non abbiano casi di Covid-19. In ogni caso la quarantena, secondo Oguna ma anche per quanto nelle continue dichiarazioni del Ministero della Sanità che da subito ha sconfessato il collega dei Trasporti Macharia, dovrà essere rispettata per i turisti in arrivo dall’estero.
Quindi se anche il Kenya non dovesse tornare alla chiusura totale, sembra difficile poter fare dei programmi certi per agosto, ma soprattutto ospitare turisti che ora come ora non sono certo attirati dal prenotare un volo o pensare ad una vacanza che potrebbe essere effettuata tra quattro mura del domicilio presentato.
Sicuramente i prossimi giorni saranno decisivi non solo per il turismo internazionale, ma per l’intero sistema Kenya. Senza contare che per adesso anche dall’Unione Europea non ci sono novità e anche dopo il 31 luglio potrebbero essere vietati i viaggi fuori dall’Europa e richiesta la quarantena di ritorno anche da Nazioni “amiche”.