L’anno solare in Kenya finisce con la risicata certezza che il Governo può guardare all’inizio della campagna elettorale, in vista delle prossime votazioni ad agosto 2022, con una maggioranza in parlamento. Ieri è andata in scena infatti a Nairobi una concitata votazione che ha visto lo schieramento fedele al Presidente Uhuru Kenyatta e al suo alleato attuale Raila Odinga, prevalere su quella parte di maggioranza eletta che si sta staccando in vista della prossima tornata elettorale, per approdare alle coalizioni appartenenti al vicepresidente William Ruto, che si presenterà alle elezioni nazionali come credibile avversario di Odinga (dato che Kenyatta, alla fine del secondo mandato, non lo potrà fare) e a quelle rappresentate dagli altri leader minori, appartenenti ad altre popolose tribù del paese, raccolti nella coalizione OKA (Gideon Moi, Musalia Mudavadi, Moses Wetangula e Kalonzo Musyoka). L’emendamento che non è passato in parlamento chiedeva in poche parole che i parlamentari potessero mettere “i piedi in due scarpe” in vista delle elezioni, restando nella coalizione di governo con la propria carica e contemporaneamente approcciando un’altro gruppo parlamentare che si riferisce ai possibili sfidanti che andranno a rappresentare l’opposizione.
L’accesa discussione in parlamento è degenerata anche in rissa, con alcuni onorevoli colpiti da pugni e bottiglie, segno che la tensione è già ai massimi livelli.
Alla fine ha prevalso la linea più logica e democratica, ma è solo l’ultimo capitolo politico del 2021 e l’inizio di un anno nuovo in cui sono previsti sicuramemente altri dibattiti politici e colpi di scena.
Intanto a fine gennaio chiunque si candiderà alle prossime elezioni dovrebbe abbandonare cariche governative, a partire dal vicepresidente Ruto, eletto con la maggioranza ma ora in grado di sostenere la propria candidatura, con il supporto del partito da lui fondato UDA.
Saranno sicuramente sette mesi fondamentali per il futuro di questo paese e per la sua stabilità, mentre il mondo sta a guardare perché le sorti di una nazione come il Kenya, in crescita economica e in ripresa dopo lo stop della pandemia, oltre che strategicamente fondamentale vista l’attuale situazione politica in Etiopia e quella, annosa e senza mai soluzioni credibili della Somalia.