Elezioni in Kenya, dopo mesi di parole, tensioni, congetture e proclami mediatici, eccoci arrivati alla vigilia.
Tra centinaia di comizi, raduni, manifestazioni ed incontri, senza nemmeno un ferito grave e con poche scaramucce in tutto il Paese, e con l'unica nota "noir" dell'omicidio di un manager della Commissione Elettorale (ancora non si conosce il movente), a 24 ore dal voto regna una grande incertezza.
I due principali attori della tenzone, l'attuale premier Uhuru Kenyatta e lo sfidante di sempre, Raila Odinga, sono appaiati nei tre più importanti sondaggi apparsi sulle testate nazionali. Due di questi vedono Kenyatta ancora avanti, seppur di pochissimo e non abbastanza per garantire che il margine di errore statistico degli "exit polls" non possa ribaltare il tutto, l'altro invece darebbe la vittoria a "Mzee" Raila.
Non è assolutamente da escludere l'ipotesi del ballottaggio, come il nostro portale ha riportato alcuni giorni fa.
Gli altri sei candidati minori potrebbero aver guadagnato piccole percentuali grazie all'esposizione mediatica nei talk show televisivi ai quali i due principali contendenti non hanno partecipato. Nell'evenienza, tutto sarebbe rimandato a data da destinarsi, probabilmente settembre.
In ogni caso il ricordo delle previsioni elettorali americane è ancora vicino e nessuno oserebbe sbilanciarsi.
Nessuno a livello nazionale, ovviamente, mentre sulla costa del Kenya l'alleanza di cui Odinga è a capo, la NASA, è ormai certa di aggiudicarsi le Contee di Mombasa e Kilifi, quasi sicura di Lamu e un po' più incerta di Kwale, la Contea della costa sud e di Diani.
A Malindi e Watamu si attende solamente di sapere con quale percentuale il Governatore uscente Amason Kingi verrà riconfermato, rispetto al 70% con cui il suo candidato Mtengo lo scorso marzo aveva conquistato a vantaggio del candidato Jubilee Philip Charo, la sedia di parlamentare malindino lasciata vacante dal neo Ministro Dan Kazungu. 
I politici locali del partito di Kenyatta e Ruto sarebbero molto felici di poter raggiungere il 40%, ma non hanno speranza di poter insidiare la poltrona di Kingi, nonostante i buoni uffici presso la comunità islamica del candidato Gideon Mung'aro, ex sindaco della Malindi degli anni d'oro del turismo.
Insomma, Contea di Kilifi con Odinga, mentre da un sondaggio di Malindikenya.net riportato anche dall'agenzia italiana ADN Kronos, la comunità italiana preferirebbe venisse rieletto Uhuru. Chi perché lo identifica come "amico degli italiani", chi semplicemente per quella continuità che ha permesso a Italia e Kenya di instaurare molti rapporti bilaterali nell'ultimo quadriennio, a partire dalla collaborazione in ambito giudiziario e fiscale, alle nuove opportunità di business per le imprese italiane nel Paese africano.
Intanto oggi avverrà l'allestimento delle cabine elettorali all'interno delle scuole del Kenya ed arriveranno le famose schede stampate a Dubai.
Domani mattina il popolo eserciterà il suo diritto.
Per i risultati ci vorrà almeno un giorno e mezzo.
Tutto il resto è solo una preghiera di pace e di unità.