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05-07-2021 di Freddie del Curatolo
Da via di transito per altri Paesi a vero e proprio mercato, con una diffusione davvero preoccupante a tutti i livelli. Si parla di droghe pesanti e di Kenya.
Questo sembra essere il prezzo da pagare per la crescita di certe fasce sociali e la frustrazione di tanti giovani disoccupati, spiazzati dalla mancanza di inclusione sociale e di assistenza nella loro crescita. Situazioni su cui le mafie e gli affaristi senza scrupoli da sempre e ovunque marciano sopra senza il minimo scrupolo.
Così il Paese africano, da semplice crocevia, sta diventando uno dei bacini d’utenza di consumatori di cocaina ed eroina.
“Unga” (farina) come la chiamano qui.
Un tempo Mombasa era solo un porto d’attracco dall’Iran e dall’India, per grosse navi-cargo imbottite di droga che successivamente facevano tappa a Città del Capo, prima di prendere la via del Sudamerica. La corruzione e i controlli approssimativi ne facevano una tappa più che sicura.
La tratta d’andata vedeva carichi di hashish e oppio, quella del ritorno era a base di coca. Un carico importante scoperto nel 1994 nella città keniana e poi “misteriosamente” scomparso era impacchettato in confezioni di caffè.
Da alcuni anni la tappa keniana sta diventando più sicura e frequentata della famosa “via dei balcani”, resa un percorso a ostacoli per i contrabbandieri dai controlli anti-migranti dopo la guerra civile siriana.
Anche da Afghanistan e Pakistan la droga viene imbarcata alla volta di Mombasa ed oltre a proseguire per altri lidi, c’è la possibilità per i commercianti di morte (o di vita di merda, se preferite) di venderla anche nel Paese, magari grazie alla corruzione, semplicemente per avere il transito facilitato. Dai dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), i sequestri di eroina e morfina in Africa, dal 2008 al 2018, sono aumentati di dieci volte e la maggior parte sono stati operati in Africa orientale.
Secondo l’UNODC, una dose di “unga”, l’eroina “brown sugar” che si sniffa o si fuma, costa solo 120 scellini (meno di un euro), prezzo che porta anche le fasce più povere ad assumerla.
“I narcotrafficanti stanno davvero identificando il Kenya come uno dei paesi più stabili del Continente - ha detto Amado De Andres, ex direttore UNODC per l’Africa Orientale – un tempo l’eroina era destinata a mercati lontani, col tempo, l'interesse locale è cresciuto costantemente”.
Oggi si stima che delle 42 tonnellate di droga che arrivano in Kenya, ben cinque siano trattenute per la vendita in Est Africa e le altre vadano altrove via terra. Il solo giro d’affari complessivo in Kenya supererebbe i 125 milioni di euro all’anno.
“Il Kenya era in precedenza una via di transito, ed è diventato sempre più una destinazione per l'eroina” ha confermato Victor Okioma, direttore dell'Autorità nazionale gestita dal governo per la campagna contro l'abuso di alcol e droghe (NACADA).
L’aumento dei consumatori di eroina in Kenya è confermata da uno studio della NGO “Global Initiative Against Transnational Organized Crime” con sede a Ginevra, che parla di 55 mila fruitori assidui, raddoppiando le cifre del Ministero della Salute, risalenti al 2018, che parlavano di 27 mila drogati “pesanti”. Aumentano i drogati, ma i centri di disintossicazione sono solo una decina in tutto il paese e possono dare aiuto soltanto a 7.000 di loro. Intanto il Governo ha ampliato l'accesso al metadone, il succedaneo dell'eroina, che aiuta a tenere a bada i sintomi di astinenza e permette ai tossicodipendenti di disintossicarsi.
Nell’agosto del 2014, il presidente Kenyatta aveva assistito alla distruzione di 3 quintali e mezzo di eroina trovati dalla guardia costiera keniana su una nave iraniana, nascosti in doppifondi dei serbatoi del gasolio. Alla nave era stato dato fuoco in alto mare, con una cerimonia dimostrativa trasmessa in televisione. Questo evento non sembra comunque aver dissuaso il crimine organizzato dal trasportare droga in Kenya.
Nei giorni scorsi, il Prefetto di Lamu Irungu Macharia, parlando al quotidiano Daily Nation, ha denunciato la situazione critica nell’isola, dove i giovani appaiono tra i più frequenti consumatori di eroina e cocaina, tralasciando le classiche droghe leggere come marijuana e miraa.
“Le droghe pesanti vengono trasportate da aree lontane della costa keniota come Shimoni e Mombasa – ha spiegato l’autorità della sicurezza di Lamu – arrivano nella Contea di Lamu via strada o anche via mare, nascoste dentro scatole con vestiti, cipolle, profumi, pacchetti di farina e altri oggetti domestici che rendono difficile per le agenzie di sicurezza individuarli”.
Anche in altre contee la situazione non è da meno e la crisi della pandemia ha aggravato la situazione. Secondo NACADA, circa l'uno per cento degli adolescenti tra i 14 e i 18 anni in Kenya ha ammesso di aver usato la droga e di esserne dipendente e l’eroina viene consumata anche nelle scuole primarie.
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