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L'Ambasciatore Pieri lascia il Kenya: il suo commiato

Il saluto agli italiani e uno sguardo al suo mandato

08-09-2022 di redazione

L’Ambasciatore d’Italia in Kenya Alberto Pieri ha terminato il suo mandato e dopo 4 anni a Nairobi, ieri ha fatto ritorno in Italia.
Malindikenya.net ha raccolto le parole con cui si congeda dai connazionali residenti e che frequentano il Kenya e quelle in cui riassume la sua esperienza a capo della diplomazia italiana nel paese e consegna la sua visione del presente e del futuro per quanto riguarda la collaborazione tra le due nazioni e lo sviluppo della partnership a più livelli e nei diversi settori.

Innanzitutto ci tengo ad inviare un caloroso saluto ai nostri connazionali.
E’ stata una grandissima esperienza poter conoscere questo paese, i keniani e i tanti italiani che ci lavorano. Credo che durante il mio mandato abbiamo sempre cercato di fare il possibile per migliorare tutti i nostri servizi ai cittadini italiani, penso ad esempio a quelli consolari con il rilascio dei passaporti in tempi rapidissimi, grazie anche alla dislocazione delle macchinette per le impronte digitali disponibili anche sulla costa. E’ questa una peculiarità di cui andiamo molto orgogliosi.
Ho attraversato un periodo molto particolare: ricordo il grandissimo sforzo profuso nel difficile periodo della pandemia, durante il quale abbiamo messo in opera un sistema di assistenza senza precedenti grazie alla nostra rete e a tanti connazionali che ci hanno dato una mano. E’ un orgoglio di tutti noi essere riusciti a non interrompere mai i nostri servizi ed essere sempre presenti nonostante tutte le limitazioni che abbiamo dovuto affrontare.
E’ stato merito di tutto il personale, posso dire che lo spirito dimostrato in quei frangenti è stato quello di una vera squadra. E’ il nostro lavoro, ma nei momenti difficili è venuta fuori la volontà comune di cercare in tutti i modi di evitare che le limitazioni dei collegamenti interessassero negativamente l’erogazione dei servizi consolari. Abbiamo cercato di dimostrare che l’Ambasciata è sempre vicina agli italiani, abbiamo fatto ogni sforzo in questa direzione, non solo in termini di assistenza ma anche organizzazione di iniziative promozionali della nostra cultura e delle nostre eccellenze, ed eventi di vario genere.

Abbiamo voluto replicare sulla costa iniziative che solitamente venivano fatte solo a Nairobi, dove logisticamente è più semplice organizzarle.
Penso alle due edizioni della Settimana della Cucina nel Mondo, dove con un’ottica di promozione integrata cercando di valorizzare tutte le componenti della presenza italiana.
Personalmente, oltre agli imprenditori, ho cercato di vedere i tanti progetti di cooperazione, i nostri missionari e le associazioni e ho consolidato l’idea che questo sia un paese dove si può instaurare sempre più una solida collaborazione, e che lo sforzo che abbiamo fatto per rafforzare i rapporti è un processo che deve continuare. Ho motivo di pensare che siamo riusciti a sviluppare un rapporto molto positivo tra le istituzioni e la nostra comunità che è una delle principali nell’Africa Subsahariana e molto variegata. Sulla costa poi la presenza italiana è speciale e questo ci permette di poter valorizzare non solo il ruolo dell’Italia come nazione ma anche quella dei connazionali che a vario titolo partecipano allo sviluppo del paese e segnatamente nel settore turistico. La costa ha un potenziale enorme per lo sviluppo e l’Italia e i suoi imprenditori possono dare un contributo importante. Il turismo è una risorsa incredibile e c’è ancora molto da fare per valorizzarlo, ma ho visto segnali positivi in tal senso.
Per quanto riguarda il sostegno alle nostre imprese, è stata significativa la visita del Ministro Luigi Di Maio. Da molti anni il nostro Ministro degli Esteri non si recava in visita in Kenya.
Gli incontri non solo a Nairobi, ma in Somalia e in Etiopia confermano l’attenzione del nostro Governo al continente e la priorità alla regione del Corno d’Africa.
Credo che le nostre imprese trovino in Kenya un ambiente molto favorevole per portare la loro professionalità e sono convinto che il Kenya abbia tutte le carte in regola per crescere ancora in diversi campi, anche grazie alla collaborazione con l’Italia. Cito ad esempio il progetto integrato di Eni che riguarda il biofuel, recentemente inaugurato a Makueni.
In questo particolare periodo di crisi, Eni ha puntato su nuove fonti di energia alternative agli idrocarburi e sulle rinnovabili, dove le potenzialità di questo paese sono enormi. Lo ha fatto creando moltissimi posti di lavoro. Ci saranno certamente altre possibilità di collaborazione in questo campo, specialmente per quanto riguarda il geotermico e l’Italia potrà avere voce in capitolo per partnership reciprocamente vantaggiose.

Uno dei segnali della priorità che attribuiamo al Kenya è la riapertura, a fine anno, dell’ufficio del commercio estero (ICE) a Nairobi.
Vorrei ricordare anche tutta l’attività di cooperazione, dove il Kenya rimane estremamente importante, non solo a livello istituzionale ma con le tante organizzazioni non governative italiane, che costituiscono un valore aggiunto che permette di rafforzare l’immagine e il ruolo dell’Italia all’interno del paese, specialmente ora che attraversa un momento di difficoltà tra sfide climatiche ed emergenza alimentare. La nostra azione di sostegno diventa ancora più importante.

In questi quattro anni abbiamo cercato di agire a tutto campo, anche perché il Kenya ha tanti settori dove si può manifestare e concretizzare la nostra collaborazione: dall’ambito politico, a quello economico, a quelli culturale e scientifico.
Nonostante il periodo di pandemia, abbiamo portato avanti iniziative con l’Università di Nairobi e da poco disponiamo di un addetto scientifico per seguire ed ampliare i nostri impegni.
Senza dimenticare il centro Luigi Broglio a Malindi, che rimane un grande strumento per implementare altre iniziative e rafforzare i rapporti a livello scientifico, con altre intese che permetteranno ulteriori programmi. Lo scorso gennaio, infatti, abbiamo finalmente firmato con il Ministero del Tesoro Ukur Yattani l’accordo per la seconda fase del programma integrato per lo sviluppo di Malindi e dintorni.
Lascio il Kenya proprio nel momento in cui si insedia un nuovo presidente, William Ruto e vorrei sottolineare come al mio arrivo, una delle prime cose di cui mi sono occupato fu proprio l’organizzazione della visita di Ruto, allora ancora vicepresidente, a Roma.
Lavorammo affinché quella visita potesse essere più proficua possibile per entrambi.
Oggi Ruto è Capo di Stato e l’intuizione di massimizzare quell’incontro non è stata casuale. Sono certo che anche da parte sua, allora, sia stato possibile valutare e verificare di persona e direttamente le potenzialità di una collaborazione con l’Italia, visitando imprese e settori promettenti.
Di cose ne sono state fatte tante e la sensazione è che tante ancora si possano concretizzare.

TAGS: alberto pieriambasciatoreistituzionigovernoconsolato

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