PERSONAGGI
08-03-2022 di Freddie del Curatolo
C’è una donna keniana speciale da onorare nella festa internazionale del genere femminile. E’ la professoressa Miriam Were, che da anni si occupa in prima linea della salute dei suo concittadini vulnerabili.
Miriam è stata nominata nei giorni scorsi per il Premio Nobel per la pace 2022. Sono due associazioni internazionali, l’ American Friends Service Committee (AFSC) e il Quaker Peace and Social Witness (QPSW) ad aver segnalato la donna keniana alla fondazione svedese, citando il suo instancabile lavoro di congiunzione, fin dagli anni Settanta, tra governi, autorità sanitarie e settore privato per finanziare programmi culturalmente sensibili e sostenibili.
Nata e cresciuta in Kenya, ad ovest del paese, la professoressa Were che oggi ha 81 anni, si è laureata in medicina all'Università di Nairobi nel 1973, prima di recarsi negli Stati Uniti per i suoi master. La sua carriera nella sanità pubblica è durata oltre 50 anni.
In precedenza ha lavorato come capo della salute e della nutrizione con l'Unicef Etiopia, nonché come rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. È la presidente del Kenya National Aids Control Council e fa tuttora parte della Commissione Lancet Covid-19. Ha anche coordinato l'assistenza sanitaria comunitaria nel Kenya occidentale, oltre ad essere rettore della Moi University.
“Una leggenda vivente che a più di ottant’anni continua a servire la sua patria e la sua gente” ha detto di lei la televisione nazionale KBC che le ha dedicato uno speciale recentemente.
“Occuparsi di sanità in Africa è come spazzare il pavimento sotto un rubinetto che perde – è una delle sue frasi più significative – io mi occupo della resistenza del pavimento, ovvero della salute delle comunità più colpite”.
Tra il suo impegno, ultimamente, anche gli sforzi per convincere alla vaccinazione il suo popolo.
“La pace e la salute sono il fondamento per il benessere dell'umanità e del pianeta - ha detto Miriam Were commentando la nomination per il Nobel - Credo nell'approccio comunitario come modalità per promuovere sia la pace che la salute, dando la possibilità agli individui e alle comunità di guidare la soluzione dei loro problemi, compresi quelli articolati negli obiettivi di sviluppo sostenibile".
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