Il ministero della Salute del Kenya sta preparando le nuove regole per l’accoglienza ed il controllo dei viaggiatori provenienti dall’estero (in particolare da altri paesi africani) negli aeroporti internazionali.
E’ la risposta ai primi casi di vaiolo delle scimmie (Mpox) riscontrati nel Paese, che a tutt’oggi sono ufficialmente quattro. Tutti i pazienti a cui è stato diagnosticato l’Mpox, hanno una storia recente di viaggi in Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, ovvero i paesi più a rischio proprio per essere l’epicentro (Congo) o paesi limitrofi.
Detto questo, vale la pena ricordare che i pazienti, per quanto in Kenya nella sanità pubblica non siano presenti molte strutture specifiche per la cura di casi del genere, non sono in pericolo di vita, mentre altri due, definiti sospetti e le cui analisi erano ancora in corso, sarebbero deceduti.
Come ha annunciato la viceministra della Salute, Mary Muthoni, ai media nazionali, tutti i punti di ingresso nel Paese sono stati adeguatamente presidiati, compresi gli aeroporti.
Per quanto riguarda quindi i turisti stranieri, anche chi arriva dall’Europa, sarà richiesto di compilare una scheda informativa sulla salute che attiverà il tracciamento in caso di casi sospetti di diffusione del virus.
Con tutta probabilità, oltre all’autocertificazione, verrà rilevata anche la temperatura corporea come avveniva nei primi tempi del Covid19.
Anche alcune compagnie aeree che volano verso il Kenya si stanno attrezzando per consegnare moduli da compilare prima dell’imbarco e per fare screening volanti ai propri passeggeri.
Per adesso, fortunatamente e vista la portata ancora minima dei casi e soprattutto della loro diffusione, non si parla di emergenza e non si sono attivate procedure online che presuppongano analisi preventive prima di recarsi in Kenya e tornarvi (né in altre nazioni, peraltro) con l’emissione di Qr Code o simili.
La KEMRI, laboratorio nazionale di ricerca e analisi mediche, ha dichiarato fino ad oggi di aver ricevuto 90 campioni da analizzare. Quattro sono risultati positivi e due sono in attesa di conferma. Le statistiche condivise dal Ministero della Salute indicano che fino ad ora circa 600 mila persone sono state sottoposte a screening.