Se è vero che il vaiolo delle scimmie arriva dall’Africa, questa nuova epidemia che richiama lo spauracchio del Covid-19, sebbene con molte diversità e con più possibilità immediate di riconoscibilità e di cura, ha già attecchito anche in Europa.  
Dopo il primo caso ufficiale registrato in Svezia e le autorità scandinave che hanno confermato la probabilità di altri futuri contagi, si teme non solo una pandemia, ma che tutto il sistema farmaceutico e sanitario metta in moto la sua macchina preventiva, vaccinale e così via.
Il vaccino per il "monkeypox" già esiste, ma ovviamente l'Africa ne è praticamente sprovvista, specialmente a livello di sanità pubblica.
La variante “Mpox Clade I” pare essere quella più pericolosa di un’infezione virale che altrimenti sarebbe da catalogare come la più debilitante tra le cosiddette “malattie infantili”, quindi non dissimile dal vaiolo comune. Dopo che nei giorni scorsi l’Unione Africana ha lanciato l’allarme, definendo la situazione nel continente, una “emergenza sanitaria”. 
Dal gennaio 2022, in 16 Paesi africani sono stati registrati più di 38 mila casi di Mpox, con 1.456 decessi. Quest’anno, fino ad ora, secondo i dati pubblicati da Africa Cdc, il comparto sanitario dell’Unione Africana, l’aumento rispetto all’anno precedente è del 160%. "Il Mpox ha ormai varcato i confini, colpendo migliaia di persone in tutto il nostro continente – ha dichiarato il presidente di Africa Cdc, Jean Kasenya, come riporta Afp – lo stiamo dichiarando un'emergenza sanitaria pubblica continentale". Dopo le nazioni africane, mercoledì l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme pandemia, dichiarando a sua volta “emergenza sanitaria globale” a seguito dell’uscita del vaiolo delle scimmie dai confini della Repubblica Democratica del Congo, dove quest’anno sono morte 548 persone.
A tal proposito, occorre ricordare che il Kenya, che non è comunque un paese confinante con il Congo, ha registrato un solo caso e che non si trattava di un cittadino keniano, ma di un viaggiatore ugandese in transito, al confine con la Tanzania e guarito dopo pochi giorni. Dai media era successivamente trapelato che altre 12 persone erano in osservazione per sintomi riconducibili al Mpox, ma il ministero della Salute ha smentito, dichiarando che nessuno di loro è contagiato.
Lo ricorda anche la Kenya Tourist Federation, in un comunicato che, nel ricordare sintomi ed effetti dell’infezione e precauzioni da prendere, ribadisce che il Kenya fino ad oggi è una destinazione sicura dal punto di vista del pericolo contagi, pur essendo nell’Africa subsahariana. In ogni caso, KTF ricorda che sono aumentati i controlli sanitari nei punti d’ingresso di frontiera, sia aeroporti che dogane di terra.
Il governo italiano, tramite il ministero della Salute, specifica anche che le persone vaccinate in passato contro il vaiolo potrebbero avere una certa protezione contro Mpox. Ma è improbabile che le persone di età inferiore ai 40-50 anni siano state vaccinate, poiché la vaccinazione contro il vaiolo in Italia è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981. La prova di una precedente vaccinazione contro il vaiolo può essere solitamente trovata come una cicatrice sulla parte superiore del braccio. Al momento non sono più disponibili al pubblico i vaccini utilizzati in passato contro il virus del vaiolo (di prima generazione), che potevano garantire una certa efficacia anche nei confronti della malattia Mpox.