Dopo l’inconveniente del blocco dei visti online per entrare e soggiornare in Kenya, dovuto come avevamo annunciato il giorno stesso, ad un attacco di hacker sudanesi alle piattaforme governativi di servizi telematici, il ministero degli Interni e della Sicurezza Nazionale del Kenya, aveva emesso un comunicato, nel quale si specificava che chiunque fosse stato vittima dell’inconveniente di trovare il portale “ecitizen” (dal quale bisogna passare per accedere al sito evisa.go.ke, che è l’indirizzo del portale per i visti) avrebbe potuto comunque presentarsi al banco dell’immigrazione negli aeroporti di Nairobi e Mombasa e poter compilare il visto cartaceo, che era in vigore fino al 2021.

Si è trattato di una soluzione di emergenza attuata dal governo per non perdere turisti e non far perdere a loro e alle compagnie aeree i biglietti, oltre al danno all’economia turistica e in generale di immagine al paese.
Ora, il problema è stato ampiamente risolto, nel senso che si riesce ad accedere al sito e, con le solite difficoltà, a compilare il form allegando tutto quello che viene richiesto. A tal proposito, pur non avendo emesso il governo keniano un secondo comunicato che cancellava il precedente, quindi di fatto confermando il funzionamento del portale ecitizen e quindi anche quello del sito evisa.go.ke e scrivendo che il visto cartaceo non sarebbe più stato accettato all’arrivo, sta di fatto che l’emergenza è finita e la notizia è stata trasmessa alle compagnie aeree di tutto il mondo.

Questo significa che, anche se avrete problemi con il pagamento, o non riceverete il visto in tempo o vi saranno intoppi nel procedere con la compilazione dei requisiti per l’e-visa, questo non darà diritto a viaggiare senza almeno la ricevuta di avvenuto pagamento.
Per essere certi di questo, bisognerà comunque farvelo confermare dalla vostra compagnia aerea, perché è anche probabile che all’arrivo vi possano fare il visto cartaceo (le vie del Kenya sono infinite…) ma quasi certamente è dall’Europa che non vi fanno partire.
Quindi, come prima dell’attacco degli hacker, armiamoci (di pazienza) e partite!