Un “sabato del villaggio” in cui la comunità di Malindi ha dimostrato di sapersi unire ed organizzare per allestire una fiera nel centro turistico della cittadina con tanti espositori locali che hanno mostrato il lato propositivo, sano e futuribile di una destinazione che vuole tornare a fasti che le competano. C’è chi piange, chi vende i propri immobili e le proprie attività, ma anche tanti giovani che si danno da fare per creare presupposti di business, di ecosostenibilità, arte e divertimento.
Alla fiera di Malindi nell’area dell’ex Sinbad, di fianco al Casinò, ieri per tutta la giornata si potevano visitare stand di artigianato locale, prodotti tipici, oggetti di riciclo, quadri, fotografie, vestiti, olii essenziali, creme, tessuti e tanto altro ancora, frutto della creatività o dell’arte locale del commercio.
Associazioni che si occupano di progetti sociali hanno mostrato i loro programmi, mentre chi lavora ciò che il mondo scarta ma non sempre riesce a smaltire, qui sulla costa del Kenya lo ha messo in mostra: c’è Salim Khan con i suoi quaderni, agende e bloc notes rilegati a mano e prodotti con carta ricavata da bucce di cipolle, baobab e addirittura cacca d’elefante (sì, avete capito bene), c’è Laurencre di Mambrui che lavorando la plastica fa dei borselli così morbidi che sembrano di tessuto e sono semplici ed elegantissimi. Noi di Malindikenya.net con la Progress Welfare Association of Malindi li abbiamo messi in mostra nello stand “Malindi Green And Blue”.
C’è anche un’associazione della periferia di Malindi che dalla spazzatura trae briquette per la griglia e per il fabbisogno quotidiano della popolazione locale e cercare di fermare la deforestazione intorno a Malindi. E tanti altri ancora che meritano visibilità.
Chi ha visitato ieri la fiera, oltre a poter gustare qualcosa che raramente Malindi può offrire, soprattutto le fantastiche samosa al granchio del Crab Shack di Dabaso (ma che ve lo dico affà...) poteva mangiare un riso pilau ai massimi livelli, preparato dalla cucina volante del Johari gestita dalla bravissima Monalisa Nganga. E’ stata un’occasione per conoscere tante persone, soprattutto giovani, che amano Malindi e cercano di organizzare cose che possano animare la cittadina e allo stesso tempo attirare turisti, anche keniani. Perché di mzungu a questi colorati, sereni e piacevoli eventi se ne vedono sempre troppo pochi.