Forze dell’ordine in stato di massima allerta, timori di infiltrazioni di teppisti assoldati da chi ha interessi a screditare la gioventù attiva keniana, ma anche a mettere in difficoltà il governo, appelli del presidente William Ruto a disertare per evitare derive anarchiche e nuovi morti.

Questi i motivi principali a poche ore da quella che viene definita da attivisti, blogger e movimenti della “Gen Z” keniana, la madre di tutte le proteste di piazza tenute fino ad ora contro l’attuale amministrazione del Paese.
Si chiama “Nane Nane March”, con chiaro riferimento al “Saba Saba Day”, ovvero 8 di agosto in contrapposizione (o segno di continuità cabalistico) al 7 di luglio che dal 1990 in poi in Kenya è la data prescelta per le manifestazioni, ricordando la prima che pose le basi per il multipartitismo e la vera democrazia in Kenya, segnando il declino del regime del presidente Daniel Arap Moi.
Oggi secondo gli organizzatori, in piazza ci saranno migliaia di dimostranti che pacificamente chiedono la rimozione dei ministri che sono stati indagati o hanno in corso processi per corruzione, giudicano negativamente l’ingresso dell’opposizione nel nuovo rimpasto operato da Ruto, chiedono giustizia per le oltre 50 vittime delle proteste fino ad oggi, per decine di sequestri di persona illegali e arresti ingiustificati da parte della polizia.
Il presidente Ruto ha chiesto pubblicamente ai cittadini di disertare le manifestazioni.
"Siamo un Paese che crede nella pace. Non vogliamo il caos nella nostra nazione, il Kenya. Non vogliamo manifestazioni che portino morte e persone che perdono le loro proprietà. Vogliamo la pace" ha detto Ruto ieri. Gli organizzatori del “Nane Nane” ripetono che si tratterà di una manifestazione pacifica e che è stata la polizia, fino ad ora, che invece di proteggere i dimostranti come da regolamento, ha sempre iniziato a sparare gas lacrimogeni e proiettili di gomma su chi avanzava pacificamente armato solo di telefonino e bottiglie d’acqua.
Da lì sono partiti spesso gli scontri, degenerati in rabbia, per cui gli agenti hanno iniziato ad usare pallottole vere, lasciando a terra decine di giovani. Oltre a 53 morti accertati, sono stati più di 400 i feriti. Ci si augura che oggi la situazione possa essere limitata dal buon senso di tutti e che le richieste dei giovani possano essere accettate, in un’ottica di rispetto reciproco.
Certo è che la tensione è alta, almeno a parole e slogan su X e dintorni.
Oltre alla marcia di Nairobi, anche in altre città del Kenya si prevedono dimostrazioni: l’occhio è rivolto soprattutto alle regioni del lago Vittoria, dove la recente alleanza di esponenti di buona parte del l’ODM, ex partito di opposizione, con il governo Ruto, ha scontentato tanti.
Come sempre, a rimetterci in queste occasioni saranno le attività commerciali. A Nairobi saranno quasi tutte chiuse, si attende di capire quale sarà il clima nelle altre città.
Nelle località turistiche costiere, come ogni agosto affollate per le vacanze, ci si augura che la situazione anche questa volta resti tranquilla come lo è sempre stata, dall’inizio delle proteste, due mesi fa.
Come sempre, vi aggiorneremo nell’arco della giornata.