Almeno un centinaio di turisti, per la maggior parte stranieri, oltre che lavoratori e autisti, sono rimasti bloccati da ieri nella riserva keniota del Maasai Mara, in seguito alle inondazioni conseguenti alle forti piogge dei giorni scorsi.
Come riportato dai principali media nazionali, il fiume Talek ha rotto gli argini nella nottata di ieri ed è esondato in una zona dove si concentrano almeno 14 tra lodge e campi tendati, in posizione strategica per ammirare gli animali e soprattutto lo spettacolo della grande migrazione, che inizia solitamente tra poche settimane. I turisti e il personale dei campi hanno dovuto cercare riparo sugli alberi o sui tetti delle strutture, secondo quanto raccontato da alcune guide turistiche alla stampa. Nella giornata di ieri, tempo permettendo, gli elicotteri della contea di Narok si sono messi in moto alla ricerca dei turisti bloccati, con l’intenzione di metterli in salvo.


Per ora non si segnalano dispersi né vittime, ma ancora in serata non si aveva effettiva notizia del fatto che tutti i turisti siano stati tratti in salvo. “Abbiamo schierato due elicotteri in standby per evacuare le persone dalle aree colpite quando riceviamo richieste di soccorso”, ha dichiarato l'autorità della contea in un comunicato. La collaborazione tra il governo nazionale, la Croce Rossa, il Mara Elephant Project e i membri della comunità ha permesso comunque di salvare 36 persone per via aerea e altre 25 attraverso una squadra di salvataggio acquatico. Alcuni di loro sono stati trasferiti in alberghi più distanti dal fiume, in attesa di altri mezzi di soccorso, perché la maggior parte delle strade sono impraticabili.
Il ministro del Turismo, Alfred Mutua, ha invitato gli altri alberghi e i campi adiacenti ai fiumi all'interno dei parchi nazionali e delle riserve a prepararsi per una potenziale evacuazione in caso di straripamento dei fiumi. I danni ammontano a decine di milioni di scellini, con alcuni campi che probabilmente dovranno iniziare, appena il tempo lo permetterà, una corsa contro il tempo per non dover annullare le tantissime prenotazioni per il periodo della grande migrazione, a partire dalla fine di maggio.
 

Il governo, attraverso la Kenya Tourism Federation (KTF), due giorni fa aveva emesso una serie di avvisi di viaggio per residenti, privati e turisti che hanno in programma o sono intenzionati a visitare i parchi nazionali e le riserve durante la stagione delle piogge, consigliando agli automobilisti di evitare di attraversare o muoversi nei pressi o dentro acque in movimento, grosse pozze o simili, o in campi aperti durante i rovesci temporaleschi e di non ripararsi sotto gli alberi e vicino alle finestre con griglie di ferro per ridurre al minimo l'esposizione ai fulmini.
Ma allo stesso tempo avevano dato il via libera verso il Maasai Mara, lungo le poche strade sicure.
Nel parco nazionale dell’Amboseli, invece, nonostante le forti piogge, non sono state registrate da parte delle autorità significativi danni o cedimenti nell'area e le strade di accesso al parco sono percorribili.
Per quanto riguarda la zona di Isiolo e la riserva del Samburu, il governo ha dichiarato che la zona di Shaba è sotto osservazione in caso di straripamento del fiume Ewaso Nyiro.
Alla luce dell’esondazione del fiume vicino a Naivasha che ha provocato finora 72 morti, il tratto di Suswa sulla strada Mai Mahiu-Narok è comunque percorribile, consentendo quindi i viaggi verso il Mara.
Per quanto riguarda le regioni costiere e i parchi meridionali (Tsavo e Shimba Hills) non vi sono segnali di allarme, sempre considerando la soglia di attenzione per quanto riguarda il livello dei fiumi, in particolare il Galana e il Tana.