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Digiuno mortale in Kenya, per ora 90 morti

Sospese le ricerche, ma ci sono altre fosse comuni

26-04-2023 di Freddie del Curatolo

Dopo giorni di ricerche nella foresta, di risalto nazionale con l’intervento del presidente Ruto, di macabri ritrovamenti nell’entroterra di Malindi, ieri la polizia ha sospeso le ricerche degli adepti della setta del “culto del digiuno per vedere Gesù”, come ormai viene chiamata la chiesa fondata dal predicatore e sedicente “pastore” keniano Paul Mackenzie Nthenge. Il pazzo (non c’è altra parola più tristemente adatta per definirlo) è agli arresti nelle prigioni di Malindi, ma ha lasciato una scia di morte che per adesso ammonta a 90 cadaveri, ritrovati nei terreni che appartengono a lui nel remoto villaggio di Shakaola, sulla strada che dalla cittadina costiera porta al parco nazionale dello Tsavo.
Ieri, dopo gli ultimi 24 ritrovamenti, compresi quelli di molti bambini, la polizia ha sospeso le ricerche per un semplice motivo: l’obitorio di Malindi non ha più posti dove contenere i corpi dei seguaci della setta che si sono lasciati morire di fame e di sete, seguendo le indicazioni di Nthenge che predica il digiuno totale per poter finalmente sedere al fianco del Signore.
Come possa questo criminale aver fatto presa sull’ignoranza e l’ingenuità di tanti connazionali, giunti da ogni parte del paese e di estrazione sociale non solo bassa, resta un mistero, aldilà del suo passato da “influencer” con un seguitissimo canale youtube. Intanto il Ministero degli Interni, Kithure Kindiki, ha annunciato che le fosse comuni non sono finite e che nei prossimi giorni il numero dei morti potrebbe salire. La Croce Rossa ha stimato che siano in tutto 212 le persone scomparse a Shakaola, anche se ieri 29 adepti in gravi condizioni sono stati ritrovati nella foresta e portati all'ospedale.

TAGS: shakaolapastoremorti

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