EDITORIALE
10-01-2022 di Freddie del Curatolo
Passate le feste in Kenya, gabbato il Covid-19.
Parafrasiamo il noto proverbio non tanto perché il virus abbia deciso di levare le tende dal paese africano, ma soprattutto per l’incidenza sui casi gravi e sui decessi che ha avuto in questo periodo di grande mescolanza e libertà concessa dalle vacanze di fine anno ed inizio 2022.
Da ieri la maggior parte dei keniani di Nairobi e dei turisti stranieri che hanno soggiornato nelle destinazioni di vacanza ha fatto ritorno a casa per riprendere a lavorare. Durante i giorni festivi i casi di Covid-19, com’era prevedibile, sono notevolmente aumentati ma questo fatto non ha messo in grande crisi il settore sanitario, né ha provocato gravi danni alla salute di chi ha soggiornato in strutture alberghiere o case private. Considerando l’alto numero di vaccinati tra quelli in viaggio (la quasi totalità, anche grazie al decreto del Governo che dal 21 dicembre scorso obbliga hotel e ristoranti a chiedere il certificato vaccinale ai propri ospiti) già di per sé il rischio si è ridotto.
I vaccini inoculati nel paese sono arrivati alle soglie degli 11 milioni e c’è da calcolare che chi si è vaccinato appartiene alle fasce medio alte di cittadini keniani, ovvero quelli che possono permettersi di andare in vacanza e di frequentare hotel e locali, oltre agli staff delle medesime strutture turistiche. Il 16,5% dei keniani è già pronto a ricevere il cosiddetto “booster” e già alcune migliaia di keniani, dalla scorsa settimana, si sono messi in lista.
Se quindi si è creata una sorta di “bolla naturale” in destinazioni come Watamu o Diani, ad esempio, o nei lodge di parchi nazionali e riserve, c’è da dire che è stata la variante Omicron a decretare la non pericolosità del virus. I timori potevano essere legittimi, ma alla luce dei fatti l’omicron in Kenya si è rivelata molto più leggera di quella occidentale, e quasi tutti gli individui trovati positivi si sono rivelati asintomatici. Il Kenya Research Medical Institute parla del 95%, con il 70% circa di variante Omicron. Dopo le feste, oltretutto, dall'oggi al domani le percentuali di positivi per tampone si sono letteralmente dimezzate e secondo il Ministero della Sanità il trend sarà questo fino a considerare la "quinta ondata" terminata,
Dopo nove mesi dall’uscita del libro “La pandemia in Africa, l’ecatombe che non c’è stata” (Rosenberg & Sellier Editore) che ho scritto con il collega Angelo Ferrari, anche la stampa internazionale si è accorta che l’Africa Subsahariana in particolare non ha sofferto molto per via delle diverse incarnazioni del Covid-19. I motivi sono disparati e tutti descritti nel libro, dal clima alla vita all’aria aperta, dal minore stress all’età media bassa e tanti altri ancora, che concorrono nell’evitare problemi seri a sistemi sanitari poveri e situazioni che facilmente potrebbero uscire dal controllo.
Anche il Corriere della Sera nei giorni scorsi ha dedicato una pagina del quotidiano all’argomento.
Questo non è un invito ad abbassare la guardia né ad essere faciloni, è semplicemente una constatazione. Ci sono stati sporadici casi, anche tra italiani e anche vaccinati, di persone ricoverate in ospedale. Molti di loro hanno anche patologie pregresse.
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