Le elezioni presidenziali in Kenya sono sempre più vicine al primo ballottaggio della loro storia.
Alla mezzanotte di giovedì 11 agosto, mentre la commissione elettorale indipendente IEBC era impegnata nella verifica dei registri che arrivano fisicamente nel centro di elaborazione dati al “Bomas” di Nairobi, i numeri in possesso del quotidiano Daily Nation, il più avanti nel conteggio separato ma non ufficiale, segnalavano il vicepresidente William Ruto molto vicino alla quota del 50% che con anche un solo voto in più darebbe la possibilità di essere annunciato al primo turno come il quinto presidente del Kenya. Il rivale, l’ex leader dell’opposizione Raila Odinga, sostenuto dal presidente uscente Uhuru Kenyatta, era a soli 80 mila voti di distanza, sui 13 milioni circa conteggiati. Nella notte lo scrutinio dei dati ufficiali delle 291 circoscrizioni va avanti e nella migliore delle ipotesi si potrebbe arrivare nella giornata di oggi, venerdì 12 agosto, all’annuncio finale da parte del presidente della IEBC Wafula Chebukati. Presidente o ballottaggio?

La speranza è che si possa mettere fine subito ad un processo elettorale estenuante che fortunatamente ha visto ridotte al minimo le turbolenze sul campo. Non ci sono date ipotizzate per il secondo turno di votazioni, che dovrebbe comunque tenersi entro 30 giorni dall'emissione dei risultati, salvo petizioni presentate dagli schieramenti che dovranno essere analizzate e giudicate dall'Alta Corte.
Nella giornata di giovedì, si sono registrati pochi episodi spiacevoli e nessun intervento di forza della polizia. Una ventina di arresti in tutto il paese ed alla fine l’episodio criminoso più drammatico è stato compiuto da un parlamentare, Didmus Barasa, che è accusato di aver ucciso con un colpo di pistola alla fronte, la guardia del corpo del suo avversario politico in una circoscrizione al confine con l’Uganda, dove si ritiene che Barasa sia scappato.
Per il resto i timori restano appesi, insieme ai risultati finali, alle possibili proteste post elettorali, soprattutto se i perdenti non dovessero accettare la sconfitta come accaduto nel 2017 e con ancora più risvolti tragici, nel 2008. Come sempre vi aggiorneremo in tempo poco più che reale.