Dopo 318 giorni dal primo caso di Covid-19 rilevato nel Paese, il Kenya raggiunge i 100.000 positivi al virus. La già non preoccupante media di 314 casi al giorno e del 9 per cento circa di positivi per tampone, è precipitata con l’inizio del nuovo anno, con la percentuale ultimamente sotto il 3%.
Sono calate le richieste di tamponi e in generale la percezione che il Coronavirus possa uccidere, tanto che attualmente sono solo 25 i pazienti ricoverati nelle strutture di terapia intensiva nel Paese, mentre altri 506 sono ricoverati in strutture di isolamento ed infine 1469 sono in cura a casa propria.
Anche ieri, si sono registrati solo 69 casi e non c’è stato alcun decesso, con il pallottoliere fermo a 1744 mentre nelle 24 ore precedenti erano morti 4 pazienti ed il giorno prima nessuno. Si viaggia alla media di 300-500 persone dimesse o dichiarate guarite. Da segnalare anche che la schiacciante maggioranza dei casi viene registrata a Nairobi e nelle contea attigua di Kitui. Anche per la mancanza di personale dei laboratori e di reagenti, sulla costa solo 3 casi: 2 a Mombasa  e uno nella Contea di Kwale.
Ormai sono altre cose a preoccupare dell’emergenza Covid-19 in Kenya: in primis la paura della gente ad avvicinarsi ad una struttura pubblica che innesca tutta una serie di problematiche. Specie nelle zone più povere si rischia di morire per patologie che sarebbero curabili ma che vengono sottovalutate proprio per la riluttanza della gente a recarsi in ospedale.