Uno studio dell'Università di Los Angeles conferma anni di studi e secoli di dicerie e leggende locali: il pesce crudo dell'oceano indiano (sailfish, red snapper, cernia, dorado) fa bene soprattutto alle persone in età avanzata, più di altri tipi di pesce di altri mari.
Una dieta in Kenya che preveda il famoso "sashimi" di red snapper o di cernia quasi ogni giorno, allontana seriamente la possibilità di demenza senile, parkinson ed altre malattie tipiche della vecchiaia.
Che il pesce crudo sia un alimento proteico, ricco di vitamine A e D, di minerali, ma soprattutto dei preziosi acidi grassi polinsaturi Omega 3, che hanno potenti effetti benefici sulla circolazione e sul sistema nervoso, è risaputo.
Particolarmente quello non azzurro, quindi invece tutte le specialità ittiche che sono facilmente reperibili nelle acque della costa keniota, se mangiate "come mamma le ha fatte" riducono anche il rischio di infarto e di ictus perché combattono la formazione di coaguli nel sangue.
Sono sostanze che il nostro corpo non produce, quindi deve assorbirle attraverso l’alimentazione.
Nel pesce crudo rimane inalterato il patrimonio nutritivo, altrimenti deperibile se viene cucinato al forno o in padella, così come si impoverisce nella conservazione in scatola.
Da non dimenticare anche il contenuto di minerali, che nel pesce crudo abbondano e che con la cottura in parte si perdono. Il pesce è ricco soprattutto di calcio, che rinforza le ossa prevenendo l’osteoporosi, di ferro che toglie la stanchezza, oltre a fosforo, iodio, sodio e fluoro.