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CRONACA

Silvia, altre 48 ore passate in Kenya tra silenzio e attesa

Altri arresti, taglie, ottimismo e speranza che inizino le trattative per la liberazione

26-11-2018 di redazione

Più di quattro giorni di silenzio, di attesa, di ricerche e operazioni coordinate del Governo italiano con le forze speciali del Kenya, di arresti e mandati di cattura da parte della polizia della costa.
Questo il clima in Kenya, mentre dall'ex Belpaese arriva il soffio leggero e rinfrancante delle persone di cuore, ma anche il rumore assordante della grettezza umana e il freddo glaciale della stupidità.
In due giorni sono stati emesse tre taglie per altrettanti cittadini keniani che potrebbero essere coinvolti nel rapimento di Silvia Romano, la volontaria della Onlus italiana Africa Milele scomparsa la sera di mercoledì 20 novembre a Chakama, nel profondo entroterra costiero.
Uno di loro, Said Adan Abdì, è l'affittuario della camera di Chakama dove due giorni prima del rapimento di Silvia tre individui di origine somala avrebbero alloggiato. La notizia dell'ultima ora è che sarebbe stata fermata anche la moglie di Said Abdì, in un villaggio nella Contea di Tana River.
A fare i nomi degli altri due, invece, potrebbero aver contribuito alcune dei quattordici keniani arrestati nei giorni scorsi nella zona tra Chakama e il Tana River, a cui si sono aggiunti altri orma omertosi che vengono ritenuti in qualche modo complici, quanto meno nel non rivelare particolari della fuga dei loro conterranei.
Il resto, come sempre, sono solo supposizioni che tengono viva la notizia e forse anche la speranza di ritrovare Silvia sana e salva, speranza che secondo noi è legata solo al possibile arrivo di una richiesta di riscatto, non tanto dai suoi rapitori ma dagli attuali o futuri carcerieri a cui la ragazza potrebbe essere destinata. Nel 2011, dopo il rapimento di una turista inglese, Judith Tabbott, in una delle ultime isolette dell'arcipelago di Lamu verso la Somalia, fu pagato un riscatto di 820.000 sterline, circa 930 mila euro di oggi. COME RACCONTIAMO NELL'ARTICOLO CHE POTETE LEGGERE QUI
Solo con una richiesta del genere potremmo sperare che l'abbiano trattata bene e che vogliano riconsegnarla incolume, e non è detto che le trattative stiano per iniziare.
E intanto si entra nel quinto giorno e anche se dalle fonti istituzionali italiane non trapela nulla, come è nella prassi, il Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini conferma l'ottimismo, rilasciando una dichiarazione all'agenzia ADN Kronos secondo cui, pur non potendo rivelare nulla sull'operazione, ci sarebbero buone possibilità di arrivare ad una soluzione. Il che farebbe pensare che Silvia sarebbe comunque ancora viva. 
 

TAGS: silvia romanorapimento kenyachakamaafrica milele

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