“Anche se non è così invasivo nel nostro Paese, dobbiamo prendere coscienza che esiste e prendere le misure necessarie per combatterlo”.
I vicini di casa del Kenya cambiano idea sul Covid-19.
La Tanzania, dopo la prematura scomparsa del loro leader “quasi maximo” John Pombe Magufuli che aveva dichiarato di aver sconfitto il virus con le preghieri e che la sua nazione era Covid Free, tanto da cacciare i dirigenti dell’OMS e non chiudere il Paese al turismo internazionale, ha deciso per una importante svolta sanitaria.
Lo ha annunciato la nuova presidente, l’ex vice di Magufuli Samia Suluhu Hassan, in una conferenza stampa tenuta nella capitale Dodoma in cui ha presentato il comitato di esperti che la consiglierà sullo stato del Covid-19 nel Paese e sulle regole da seguire per il contenimento e le cure.
“Come avevo promesso durante il giuramento dei miei ministri e dei loro vice – ha detto la Presidente - ho già formato un comitato. Mi aspetto di incontrare i suoi membri e i rappresentanti del Ministero della Salute e del Ministero delle Finanze e della Pianificazione nel prossimo futuro per stabilire la via da seguire".
Hassan ha anche esortato i capi religiosi a parlare in maniera nuova e diversa della malattia, mettendo in guardia i fedeli sulle misure precauzionali per evitarne la trasmissione. Quelle classiche che però in Tanzania fino ad oggi non sono mai state minimamente prese in considerazione: lavare le mani con sapone e acqua corrente, usare disinfettanti, mantenere la distanza sociale e indossare maschere per il viso.
Dopo la morte di Magufuli per problemi cardiaci aggravati dalla positività al virus e quella del Primo Ministro dell’isola autonoma di Zanzibar che ammise di avere il Covid-19 poco prima di passare a miglior vita, la Tanzania ha preso coscienza di non essere esente dal contagio e della pericolosità, anche se per ora relativa in Africa Subsahariana, delle nuove varianti.
Hassan ha garantito che il Governo fornirà frequentemente aggiornamenti sullo stato della malattia, per proteggere il Paese dalla perdita di risorse umane e preservare le categorie vulnerabili.
Nessuna menzione invece sui vaccini e il possibile inserimento della Tanzania della seconda parte del programma Covax finanziato dal consorzio Gavi. Le pressioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che avevano già portato il Governo lo scorso febbraio ad ammettere che negli ospedali di Dar Es Salaam e delle altre grandi città tanzaniane ci fossero pazienti in cura per coronavirus, si stanno facendo sentire.
Un’altra importante svolta del nuovo Governo alle viste è la rimozione del divieto ai media di trattare l’argomento, anche citando informazioni provenienti dall’estero. Una decisione di censura totale voluta da Magufuli che aveva fatto molto discutere.
Resterà alta l’attenzione del Ministero delle Telecomunicazioni sulle informazioni ritenute “fake”, ma il processo di riattivare canali mediatici anche non filogovernativi sembra ormai presa.