Opinioni

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Turismo solidale: quando può non fare bene

"Pensiamo a questa gente veramente con il cuore, si? ma pensiamo anche con il cervello"

20-01-2016 di Gloria Bonfante

Sono molto lieta quando i turisti sono spinti da tanta generosità e buon cuore nei confronti della gente del Kenya. 
Prima di essere residente sono stata turista anch’io e io stessa ho avuto questo immenso piacere e tante emozioni. 
In realtà con il tempo ho capito che in buona fede di errori ne ho fatti tanti. Per questo sono dell’opinione che chi vive questa terra e la sua gente dovrebbe essere più sensibile a questo problema e far conoscere le conseguenze di buone azioni che, inconsapevolmente negli anni, non sono state poi così utili ma sono divenute solo cattive abitudini. 
Sarebbe molto bello ed importante far capire che non dobbiamo agire pensando a noi ed ad una nostra grande gratificazione personale ma agire con consapevolezza ed umiltà. Donando in modo inappropriato nessuno di noi può salvare l’Africa e difficilmente è di reale aiuto. 
Per questo ritengo che non abbiamo il diritto di pensare di essere dei super eroi e decantare le nostre azioni con grande orgoglio sulla nostra pagina Facebook e raccontare al nostro ritorno a casa ciò che abbiamo fatto per tutta questa “brava e povera” gente.
Tutti possiamo fare qualcosa, tutti possiamo esserne orgogliosi ma questo deve essere spinto da veri principi e soprattutto tanta coscienza.
Cominciamo con il metterci una mano sul cuore e farci onestamente delle domande:
Quello che facciamo è più importante per noi o per chi riceve? Spesso diamo più spazio alla nostra gratificazione che alla reale importanza e all’utilità di chi riceve.
Quanto conosciamo chi riceve e non intendo conosciamo personalmente ma culturalmente. Sono sicuro che quello che faccio sia realmente il meglio per lui? o invece è solo il meglio per quello che è il mio concetto di bene e utile? 
Vi siete mai chiesti perché abbiamo atteggiamenti così diversi con i nostri bimbi, rispetto i bimbi africani? Forse perché gli uni sono diversi dagli altri? Non credo! I bambini sono bambini e tutti devono essere ritenuti uguali.
Perché teniamo molto all’aspetto esteriore, all’igiene dei bambini europei ma poi siamo così affascinati dai bimbi africani?
Perché, ammettiamolo: “Sono così belli con le candele al naso e le guance sporche di terra! Sono così teneri con quegli occhioni neri che sorridono sempre (anche se in realtà non è vero).”
Ma soprattutto perché teniamo i nostri bambini sotto una campana di vetro e quando siamo qui abituiamo i bambini africani a dare confidenza agli estranei? Questa ritengo sia la cosa più tragicamente assurda…
Chi siamo noi per loro? Perché dobbiamo dare una carezza, porgere la mano?
Non hanno forse una famiglia, qualcuno che li ama e li educa come facciamo noi con i nostri?
Che diritto abbiamo su di loro? …e se un estraneo qualunque: italiano, cinese, un extracomunitario (perché questo noi siamo per loro) avesse con nostro figlio lo stesso atteggiamento? Saremmo poi così felici?
“Non accettare caramelle da estranei…” - raccomandiamo continuamente ai nostri figli – “Non parlare e non dar retta agli estranei!”- Ma perché? Le persone cattive secondo voi sono solo in Italia? Cercano solo i nostri figli? Nessuno pensa che in nostri atteggiamenti tanto espansivi ed affettuosi portano i bambini africani a una confidenza sbagliata con un estraneo che non sempre è qui per un buon e sano turismo vacanziero?
Magari non ci si pensa, sicuramente siamo tutti in buona fede, ma lo dico sempre e a tutti… e mi spiace, ma lo devo scrivere e condividere. Il mio pensiero potrà essere capito o non capito, ritenuto giusto o sbagliato, potrà creare polemiche…
Ma IO non voglio far parte di tanta indifferenza ed ignoranza. 
Pensiamo a questa gente veramente con il cuore, si… ma pensiamo anche con il cervello.
Cerchiamo di pensare e vedere che sono PERSONE e NON parte di un baraccone dei divertimenti per chi passa una bella vacanza e li guarda dal finestrino dell’auto come fosse allo zoo-safari gettando noccioline/caramelle (altro argomento su cui ci sarebbe molto da dire). Qui c’è un popolo con una sua vita, una sua cultura, con i suoi tanti problemi e una grande dignità spesso calpestata dalla nostra superficialità.
Noi non dobbiamo pensare di essere in qualche modo superiori ed avere la presunzione di capire tutto in due giorni di soggiorno e tante foto ricordo. Nel loro mondo la nostra ignoranza è grande, siamo di un altro continente e per il loro bene e rispetto non dobbiamo far finta di capire, amare, insegnare e salvare un qualcosa che è più grande di noi …l’Africa!

TAGS: Solidarietà KenyaTurismo sociale KenyaGloria Bonfante KenyaGloria Watamu

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