Prodotti del territorio

RISORSA DA PRESERVARE

Ostriche di mangrovia, piacere importante per il Kenya

Gusto sopraffino e presenza significativa per la salute del territorio

07-10-2023 di Leni Frau

Tra le particolarità che la regione equatoriale africana ed il suo ecosistema possono offrire, ci sono le mangrovie. L’importanza di queste piante acquatiche è già stata da noi raccontata in vari articoli (qui leggete e vedete il filmato di quelle del Mida Creek a Watamu, ad esempio) ma c’è anche un aspetto gustoso e piacevole, oltre che remunerativo per chi se ne occupa e quindi è portato per interesse a proteggere l’ecosistema generato: la coltura delle ostriche di mangrovia.
In Kenya questo alimento, apprezzato in tutto il mondo come “cibo vip”, in realtà ha un costo contenuto ed una bontà particolare, dovuta al nutrimento naturale che i molluschi possono vantare, al fatto che crescono in libertà e alla poca contaminazione (per ora…) dell’oceano indiano.

Le ostriche di mangrovia vivono tra le radici di queste utilissime piante, specialmente nelle insenature (creeek) di Kilifi e Mambrui, ma anche al confine con la Tanzania.
La conchiglia ha una parte piatta e una incurvata sulla quale giace il mollusco e le due valve sono tenute insieme da un legamento. Persino dopo alcune ore fuori dall’acqua la conchiglia rimane chiusa e permette all’ostrica di mantenere dell’acqua al suo interno, rimanendo in vita per un maggior tempo, anche per questo la sua freschezza è preservabile ed il sapore resta prevalentemente marino e non particolare come le grosse cugine bretoni o mediterranee.

Le ostriche di mangrovia oltretutto sfruttano le maree per riprodursi, oltre che prosperare grazie ad acque tiepide e non troppo salate.
A Kilifi vengono raccolte specialmente per la vendita e spesso sono cooperative femminili a raccoglierle con la bassa marea, mentre spesso agli uomini spetta il compito di recapitarle agli acquirenti e spesso aprirle ancora vive.
Per raccoglierle, i rami delle mangrovie sono tenuti con un apposito bastone biforcuto, mentre per aprirle spesso viene utilizzato il “panga”, il machete locale.
In passato, in periodi di carestia, i mijikenda e i swahili della regione costiera, le consumavano a loro volta essiccate oppure ci cuocevano zuppe, utilizzando anche latte di cocco. L’ostrica di mangrovia è un’ottima fonte di proteine.

Per quanto riguarda la ristorazione e il turismo dell’ospitalità, le piccole e saporite ostriche di mangrovia, sono spesso servite fresche, su un letto di ghiaccio e lime, con a parte il servizio di pepe nero o tabasco. Ma c’è anche la ricetta swahili di Mombasa, per la quale si preparano con un misto di cocco grattugiato e aglio, e poi gratinate con una leggera aggiunta di olio o burro.

Purtroppo, per la raccolta invasiva senza attenzione, le ostriche di mangrovia rischiano di scomparire. Il metodo di raccolta nuoce all’ambiente e alla riproduzione stessa delle piante. Soprattutto è il taglio delle radici di mangrovia a causare la lenta diminuzione delle piante, e i danni causati saranno non solo per i molluschi (e i granchi, altra fauna ittica che vive in sintonia con queste meravigliose piante protettrici dell’ambiente), ma per l’arretramento delle spiagge e della costa e per le precipitazioni.
Insomma, più ostriche di mangrovia in Kenya, più la sua terra sarà in salute!

TAGS: ostrichemangroviecreekecosistema

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