L’aeroporto di Mombasa, dal quale sbarca ogni settimana qualche migliaio di turisti provenienti da diverse nazioni del mondo, è stato definito sicuro nell’ottica della nuova emergenza sanitaria dovuta all’espandersi del contagio da coronavirus partito dalla città cinese di Wuhan.
Il Ministero della Sanità keniota, infatti, ha diramato una direttiva per la quale a Nairobi, unico porto d’entrata per aerei provenienti direttamente dalla Cina, verranno effettuati controlli in isolamento per rilevare eventuali casi di persone contagiate dal virus. Chiaramente questi controlli non coprono la certezza di non "importare" persone che possano aver contratto il virus, che può stare in incubazione fino a una decina di giorni, ma più passano i giorni più risulta difficile che chi lo ha contratto a Wuhan o nelle vicinanze si possa mettere in viaggio.
La stessa cosa avverrà per voli provenienti da altri aeroporti africani o asiatici che abbiano coincidenze dirette con la Cina. La stessa procedura viene seguita comunque a Istanbul e Addis Ababa, due scali internazionali connessi direttamente con Mombasa. Nella città costiera del Kenya, infatti, oltre ai voli charter diretti con l’Italia, la Germania e i Paesi dell’Est, non vi sono attualmente altri voli di linea che atterrino direttamente da altri Paesi, se non quelli delle compagnie Turkish Airlines ed Ethiopian Airways. Nonostante quindi la presenza di molti cittadini di nazionalità cinese il Kenya è ritenuto luogo non pericoloso dal punto di vista del possibile contagio diffuso da coronavirus, specialmente per quanto riguarda le destinazioni costiere. In tutto l’Est Africa, ovvero Kenya e paesi confinanti e vicini (Etiopia, Sud Sudan, Uganda, Tanzania ma anche Ruanda e Burundi) non sono ancora stati rilevati casi di persone affette dal virus che attacca le vie respiratorie.