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CELEBRAZIONI

I Mijikenda festeggiano la loro eroina Mekatilili

Niente feste tradizionali e celebrazioni pubbliche per le restrizioni

14-08-2021 di Freddie del Curatolo

La costa del Kenya ha un’eroina popolare e si tratta di una figura importantissima nella storia del Paese, perché oltre che una donna coraggiosa e carismatica, è stata una delle prime “pasionarie” a ribellarsi alla colonizzazione britannica e alle dure condizioni di lavoro e guadagno nei campi, nei primi anni del Novecento.
Mekatilili Wa Menza, morta nell’agosto del 1924 dopo una vita al servizio della sua gente, viene celebrata da sempre intorno a ferragosto, con importanti manifestazioni e feste tradizionali che, sia l’anno scorso che quest’anno, non sono state organizzate a causa delle restrizioni della pandemia.
Questo chiaramente non ci evita di ricordarla e di ricordare le celebrazioni del passato a cui noi stessi abbiamo partecipato (leggi qui uno dei nostri reportage sulla grande festa di Bungale del 2011 https://www.malindikenya.net/articoli/notizie/reportage/nel-cuore-dei-mijikenda.html)
Mekatilili era una donna Mijikenda nata alla fine dell’Ottocento nell’entroterra di Kilifi. I Mijikenda sono l’etnia che racchiude le nove tribù che abitano dalle regioni a nord di Malindi fino al confine con la Tanzania. I giriama e le altre otto tribù che compongono l'etnia Mijikenda (Chonyi, Kauma, Kambe, Ribe, Rabai, Jibana,Digo,Duruma) la ricordano come la prima "guerriera" a combattere l'autorità britannica e a dare il la con la sua verve combattiva ai moti indipendentisti di tutto il Kenya.
Fu a capo di un manipolo di rappresentanti dei contadini di Malindi e dintorni che si ribellarono contro le tasse imposte dall’allora impero, arrivando a schiaffeggiare in pubblico un ufficiale britannico. Per questo e per aver progettato un attentato contro un automezzo di coloni, fu rinchiusa per ben due volte nel campo di detenzione (una sorta di campo di concentramento) a Kisii, in terra Maasai. Entrambe le volte riuscì ad evadere e mentre la prima fu catturata, la seconda dopo quasi 1000 chilometri percorsi a piedi, la vide tornare trionfante dal suo popolo, accolta come una regina. Alla fine, dopo la prima guerra Mondiale, i Governatori costieri dell’Impero Britannico scesero a patti con lei e con i contadini locali e concessero loro trattamenti migliori.
Mekatilili è considerata anche una delle eroine nazionali, ufficialmente riconosciuta dal Presidente Kenyatta nel novero dei simboli dell’indipendenza del Paese e la sua statua d'ebano è esposta a Malindi in un tempietto nella piazza Uhuru Garden. Il personale rancore con i sudditi della Regina che governavano il Kenya nacque quando due suoi fratelli furono prelevati da soldati britannici nell’entroterra di Kilifi.
Mekatilili è sepolta a Bungale, villaggio dell'entroterra non lontano da Marafa, località famosa per le sue Hell’s Kitchen.
L’associazione culturale MADCA come sempre organizzerà preghiere interraziali e una cerimonia privata di pacificazione.
Alcuni esponenti della salvaguardia delle tradizioni Mijikenda si sposteranno in un altro luogo sacro per la loro etnia, ovvero a VItengeni, villaggio dell'entroterra di Kilifi che sorge sotto una delle colline di riferimento per il culto animista costiero, Mwangea Hill.

TAGS: celebrazioni kenyaeroi kenyamekatililitradizioni kenya

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