DROGA O NO?
02-04-2024 di Freddie del Curatolo
Chi frequenta il Kenya, e specialmente la fascia costiera e le sue destinazioni turistiche, si è abituato a conoscere le usanze, le tradizioni e le abitudini della popolazione locale, anche nell’ambito del cibo e delle bevande, così come dell’utilizzo di sostanze che in Kenya non sono illegali ma che fanno parte delle consuetudini, specie della povera gente per “tirare avanti” o sentire meno il peso di una vita priva di agi.
Si conosce il mnazi, ad esempio, che è un distillato dei semi delle noci di cocco, noto anche come “vino di palma”. Consumato appena stillato dalla pianta, è un alcolico ingannatore che bisogna bere in piccole quantità, ma se lasciato fermentare può diventare, specie per chi non è abituato e i giovani, un vero e proprio veleno, per la mente e per il fegato.
Molto diffuso è il miraa (sulla costa noto anche come “marungi”, nell’Africa orientale è “khat”), un’erba il cui stelo è uno stimolante naturale con proprietà anfetaminiche. Viene utilizzato dalle guardie notturne per stare sveglie, da camionisti e guidatori di bus, con effetti non proprio utili alla società, perché l’abuso può provocare iperattività e conseguenti cali di tensione. Il miraa cresce in montagna, quello della zona del monte Kenya è particolarmente pregiato e richiesto anche in Somalia, e genera un giro d’affari enorme.
In Europa è proibito e la sua esportazione è illegale.
Pochi però hanno sentito parlare della “muguka”, un’altra foglia che viene coltivata anche sulla costa. Si tratta di una pianta bassa e cespugliosa, della stessa famiglia del khat e che ha proprietà stimolanti simili, se masticata a lungo, e anche leggermente allucinogene. Per lungo tempo è stata adoperata dalle donne mijikenda che lavoravano nei campi per non sentire la stanchezza e darsi da fare con più allegria.
Le nuove generazioni invece masticano in grande quantità la muguka, e ne traggono anche infusi, soprattutto per fare scorribande o per ballare e divertirsi tutta la notte, con conseguenze disastrose per la salute mentale e nell’immediato per la loro reattività nel lavorare o studiare di giorno. Il rischio è quello di creare un movimento di giovani zombie che approfittano del basso costo della muguka.
Dall’altra parte, i contadini locali ammettono che ora guadagnano quasi tre volte di più coltivando questa droga leggera anziché le colture alimentari, ma il governo della contea di Kilifi ora teme che gli agricoltori creino uno squilibrio tra la produzione di muguka e quella di cibo. Alcuni hanno addirittura abbandonato le colture di mais, che è il sostentamento principale di chi ha la terra ma non i soldi, per vendere la muguka, che è più redditizia.
Qualche giorno fa governatore della contea di Kilifi, Gideon Mung'aro, ha promesso di vietare il consumo di Muguka nella contea, citando i suoi effetti dannosi, specialmente sui giovani.
“Il prezzo di queste erbe stimolanti è accessibile a molti – ha spiegato Mung’aro – e i giovani sono sempre più dipendenti, nonostante il fatto che comportino una serie di rischi per la salute. Il miraa e le sue derivazioni fanno molti più danni del mnazi, il cui commercio deve essere comunque regolamentato”.
Mentre a nord del paese la battaglia è contro gli alcolici artigianali a base di etanolo, che hanno ucciso ed uccidono decine di persone ogni mese, anche perché il miraa continua ad essere una risorsa economica troppo importante, il governatore di Kilifi vuole iniziare dall’erba.
"Come contea non abbiamo problemi quando le persone portano e vendono Miraa, ma nella contea di Kilifi, vieterò il Muguka! Che piova o che ci sia il sole" ha affermato Mung’aro.
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