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26-05-2018 di redazione
Un’altra suora italiana e missionaria della Consolata in Kenya sarà proclamata beata.
Dopo la Beata Irene Stefani, beatificata nel maggio del 2015, (LEGGI QUI L'ARTICOLO) è la volta di un altro personaggio femminile la cui misericordia è andata al di là della propria vita terrena.
Suor Leonella Sgorbati, religiosa piacentina, uccisa in un agguato il 17 settembre 2006 in Somalia, sarà proclamata beata oggi nella Cattedrale di Piacenza.
In Kenya dal 1970, come infermiera ostetrica, in più di trent'anni ha fatto nascere oltre quattromila bambini, spesso in condizioni estreme.
"Aveva un cuore extralarge - dicono di lei le consorelle che hanno diviso le esperienze d'Africa con lei - la chiamavano "Suor Leonessa", si batteva per i diritti della povera gente e quando approdò in Somalia, senza paura, era solita dire che una pallottola prima o poi sarebbe arrivata anche a lei".
Suor Leonella, al secolo Rosa Maria Sgorbati, nasce a Rezzanello, sulle colline piacentine, il 9 dicembre 1940.
A dieci anni la famiglia si trasferisce a Sesto San Giovanni, nel Milanese per aprire un negozio di frutta e verdura.
A vent'anni entra a far parte della congregazione dei missionari della Consolata e, dopo un periodo di studi in Inghilterra, approda in Kenya nel 1970.
In Kenya non solo lavorerà "sul campo", ma arriverà a dirigere una scuola per infermieri che preparerà moltissime keniane alla professione.
Se oggi c'è una buona scuola di infermiere locali lo si deve in gran parte a Suor Leonella.
Nel 2001 la ong “SOS Villaggio dei Bambini” le propone di avviare una scuola per infermieri a Mogadiscio. Un sogno da molti ritenuto impossibile. Le Missionarie della Consolata sono le sole religiose rimaste dopo la caduta del dittatore Siad Barre nel ‘91.
Suor Leonella accompagna gli allievi negli studi, li sprona a dare il meglio perché li vuole protagonisti della ricostruzione della Somalia. Riesce perfino ad ottenere il riconoscimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la scuola. Sente però crescere attorno a sé l’ostilità dei fondamentalisti, che non vedono di buon occhio questa suora che passa tanto tempo con i giovani. Temono ne approfitti per fare proselitismo. Suor Leonella, invece, crede nel dialogo tra fedi e culture. «Dove c’è paura – ripete – non c’è amore»
Il 17 settembre 2006 è investita da una raffica di mitra mentre sta tornando a casa dopo le lezioni.
Nel tentativo di proteggerla, trova la morte Mohamed Mahamud, la sua guardia del corpo: il sangue di una consacrata cristiana e di un padre di famiglia musulmano mescolati insieme, vittime entrambi di un cieco fanatismo.
Una profezia per i nostri tempi, come le ultime parole di suor Leonella: «perdono, perdono perdono».
La celebrazione sarà presieduta dal cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi.
Saranno presenti anche i rappresentanti delle diocesi keniane in cui la missionaria ha vissuto: il Cardinale di Nairobi John Njue, il Vescovo di Meru Anthony Muheria e quello di Nyeri, in Kenya Salesius Mugambi, oltre al Vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio Giorgio Bertin.
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