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26-06-2023 di Freddie del Curatolo
Recentemente, l’ispettore capo delle miniere del Kenya, Philip Kirui, ha annunciato che, come altre nazioni africane, anche il Kenya ha intenzione di scommettere sull’estrazione del tantalio.
Questo metallo viene ricavato dal più noto minerale chiamato Coltan (contrazione appunto di Columbite e Tantalite, di cui appunto il tantalio è l’elemento prezioso, insieme al nobio). Si tratta di uno dei tristemente noti “minerali dei conflitti”, come vengono chiamati dalle associazioni umanitarie. Non a caso, la regione più ricca di Coltan è la Repubblica Democratica del Congo, che sta vivendo una guerra civile senza fine più o meno da quando il tantalio è diventato più raro e ambito, tanto che l'Unione Europea lo ha inserito nell'elenco delle materie prime critiche, cioè quei materiali il cui approvvigionamento potrebbe essere a rischio.
La ricchezza delle terre africane, specie quelle ancora inesplorate nel loro patrimonio metallifero, può rappresentare quindi un’arma a doppio taglio, perché da una parte può permettere di risollevare economie in difficoltà, e dall’altra creare una serie di problemi che spesso vengono risolti con soprusi e violenze, ovvero potere a pochi latifondisti o gruppi etnici, interessi di stati esteri e collusioni con il malaffare. Tutte cose di cui il Kenya, una delle nazioni più democratiche e pacifiche del continente, non ha bisogno.
Ma perché il tantalio è così importante?
Soprattutto grazie alla nostra ormai assodata dipendenza da strumenti elettronici, primo tra tutti lo smartphone o iPhone che usar si voglia. Questo metallo raro che in natura si presenta sotto forma di sabbia o frammenti rocciosi di colore scuro, è usato per i dispositivi elettronici, i vetri resistenti al calore e i convertitori catalitici dei veicoli, ma l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Questo metallo che, oltre all’Africa centrale che né è il bacino più grande, si trova in Brasile e Australia, è amagnetico, resistente al calore e alla corrosione, isolante e può contenere cariche elettriche. Quest’ultima proprietà è quella che lo rende così importante. Gli isolanti che possono contenere cariche elettriche sono chiamati dielettrici. Questi materiali sono la parte essenziale dei condensatori, i componenti fondamentali di tutti i circuiti elettronici che possiamo trovare nei computer o in tutti i dispositivi mobili di comunicazione.
Senza tantalio non sarebbe possibile avere dispositivi mobili miniaturizzati.
“Non sarei io a doverlo rivelare, in realtà. Ma stiamo facendo una ricognizione e in effetti il Coltan si può trovare in molte zone del Paese", ha dichiarato Kirui, in occasione di una tavola rotonda sulle 3T organizzata la scorsa settimana dalla Friendrich Naumann Foundation.
Il Kenya, tra l’altro, è alle prese da anni con una corretta regolamentazione dell’estrazione del suo metallo nobile per antonomasia, l’oro. Le questioni legate a concessioni, appalti, sfruttamento delle terre e delle persone, sono all’ordine del giorno.
Nella zona di Migori, molto ricca di oro, le condizioni di lavoro dei minatori sono spesso motivo di proteste anche violente, proliferano le piccole cooperative di comunità locali che assoldano anche minorenni, per la loro fisicità minuta nel penetrare nelle cave (e spesso morirci, data la loro poca esperienza). Nella foresta di Kakamega, saccheggiata e danneggiata dagli scavi dopo la scoperta di giacimenti, le aziende che hanno l’appalto delle estrazioni sono prese di mira dalla criminalità organizzata che estrae in maniera illegale e alimenta il contrabbando. Senza contare che i minatori sottopagati e i giovani "schiavi" rischiano anche di morire di malattie provocate dal tantalio, come specifica un rapporto di Medici senza frontiere riguardo al Congo: alterazioni delle funzioni di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute, riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell'apparato digerente, aumento dei rischi del cancro, difetti genetici nella prole, malattie dell'apparato linfatico. All'insorgere di queste importanti malattie ci sarebbe bisogno di cure mediche e medicinali che queste persone non possono permettersi.
Piccoli sentori di quel che potrebbe accadere se l’assalto al sottosuolo keniano diventasse di dominio istituzionale.
“Per ora, posso dire che abbiamo solo statistiche sui minatori artigianali, che sono centinaia di migliaia, ma nessun registro di produzione e vendita. Abbiamo poco da mostrare per l'oro prodotto in quei luoghi", ha confessato Kirui, spiegando che dalle risorse minerarie non arrivano benefici per l’erario statale.
Come fare quindi per impedire che lo sviluppo tecnologico tanto caro alle nuove generazioni e alle intelligenze digitali si trasformi in nuove catastrofi umanitarie?
La speranza è che per quanto riguarda il Kenya, partendo da zero si possano applicare le regolamentazioni lanciate tredici anni fa da Barack Obama ed implementate dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che ha sviluppato linee guida per una catena di approvvigionamento responsabile di minerali provenienti da aree di conflitto e ad alto rischio.
Molto più tardi, nel 2021, l'Unione Europea ha presentato un regolamento che richiede alle aziende di identificare l'origine dei minerali per evitare che questi finanzino i gruppi armati e i conflitti nei Paesi dove operano. Che i governanti keniani lo sappiano: non ci si arricchisce con le risorse minerarie che fanno gola a tutto il mondo, senza rischiare carneficine e caos.
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