AMBIENTE
03-03-2022 di Leni Frau
Per la distruzione di un territorio, il contrabbando di legname è più deleterio di quello degli animali.
Intendiamoci, ogni attività illegale è da condannare, ed ogni specie protetta in natura va fortissimamente preservata. Ma esistono centinaia di associazioni e fondazioni che si prendono cura degli animali della savana che hanno la possibilità di riprodursi e il cui processo di estinzione è fortunatamente più lento, mentre sono pochi gli enti che si occupino della flora in maniera decisa, selettiva, mirata.
Un caso eclatante è quello del sandalo, uno dei legni più ricercati e costosi del mondo, di cui le foreste del Kenya fino a qualche anno fa abbondavano e di cui oggi, almeno per quanto riguarda la varietà dell’Est Africa, si sta assistendo alla scomparsa.
Nonostante un divieto governativo del 2007 sulla raccolta e il commercio del legno di sandalo, gli alberi continuano ad essere tagliati, principalmente per il loro olio essenziale, che viene estratto per produrre medicine tradizionali e cosmetici.
E’ proprio il suo meraviglioso profumo ad attrarre il commercio illegale, bracconieri di legno che non si limitano a potare rami o trarre le resine dalla corteccia, ma sradicano direttamente le piante, perché nelle radici si nasconde il meglio del suo olio essenziale da estrarre.
Secondo il CEO dell’organizzazione Unganisha Cultures, che si occupa della consapevolezza sui crimini ambientali, ultimamente il contrabbando di sandalo, spinto dalla richiesta del mercato internazionale e soprattutto asiatico, è aumentato in maniera esponenziale specialmente per le alte possibilità di guadagno e per la mancanza di controlli adeguati.
“Il traffico di legno di sandalo è in aumento in tutti i paesi dell'Africa orientale a causa della scarsa legislazione e dell'inazione nell'attuazione delle norme esistenti – spiega Unganisha Culture - Poiché non c'è un quadro unico che governi tutta l'Africa orientale, è più facile che il legno di sandalo venga trafficato”.
Una delle zone in cui il traffico illegale di legno di sandalo è più esteso è il Samburu, che ha la più alta concentrazione di piante, ma ora inizia a fare i conti con la sua estinzione.
La gente del posto taglia gli alberi e li rivende a circa 65 scellini al kilo (mezzo euro). I contrabbandieri caricano la legna nei camion e il legno viene spedito e venduto illegalmente nei mercati asiatici.
"L'albero di sandalo è usato per fare bastoncini d'incenso, profumi, candele, saponi e anche durante la cremazione. Questo ha fatto sì che l'albero sia considerato come "oro" per il suo alto valore – spiega Mwangi - "L'albero femmina è più popolare perché si ha più olio e ha un colore rosso-marrone più scuro, che è più attraente. Ha anche un profumo più dolce dell'albero maschio.
Questi trafficanti possono guadagnare fino a 20 milioni di dollari per ogni 50 tonnellate di legno di sandalo venduto. È un business lucrativo che funziona e va avanti".
Un litro di olio viene venduto sul mercato internazionale a più di 200.000 dollari.
In mancanza di una lotta seria per la sua conservazione, la speranza è legata ad associazioni come Unganisha Cultures che sensibilizzando le istituzioni e lavorando di concerto con gli enti preposti alla tutela dell’ambiente, possono almeno piantare nuove specie in via d’estinzione.
"Stiamo lavorando con i funzionari del Kenya Forestry Research Institute (Kefri) per piantare più piantine di sandalo in tutto il paese. Questo farà molto per assicurare che l'albero non si estingua" ha annunciato Mwangi. Ma servirebbe anche fronteggiare i criminali.
Ovviamente, il più grande ostacolo nel frenare il commercio illegale di legno di sandalo è la corruzione.
"Il traffico di legno di sandalo è punibile con un periodo di detenzione di sette anni o una multa di Kes. 500.000 – spiega l’ambientalista ma dopo che alcuni dei colpevoli sono rilasciati su cauzione, i casi finiscono per essere abbandonati e in alcuni casi il legno di sandalo sequestrato viene venduto a sua volta illegalmente".
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