Solidarietà

SOCIALE

Guerra in Ucraina, cala la solidarietà in Kenya

Tini (COIKE): "Privilegiare progetti seri e trasparenti"

06-05-2022 di Freddie del Curatolo

Centri per l’infanzia, scuole, progetti sanitari e di agricoltura, sostegni a famiglie e studenti e programmi alimentari. Dalle grandi ONG alle piccole realtà sociali italiane registrate in Kenya che da sempre si muovono in maniera cristallina. Tutto il comparto della solidarietà in Kenya sta vivendo un momento di grande difficoltà dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina.
Se da una parte la pandemia aveva concentrato l’attenzione sullo stato di salute dei singoli, dall’altro aveva comunque lasciato uno spiraglio alle condizioni di chi, lontano dalle logiche dei lockdown estremi e dalle code ai supermercati, stava soffrendo la fame ed aveva necessità di aiuti materiali nel presente, più che di progetti a lungo termine. Questo ha fatto sì che una flebile linea di continuità di donazioni potesse proseguire.
Dopo due anni, il conflitto alle porte dell’Europa e con implicazioni economiche in divenire, ha invece escluso l’Africa dalle priorità di chi ha un cuore generoso. Molti aiuti da parte di organizzazioni, associazioni religiose e laiche, gruppi di privati ed aziende virtuose si sono diretti verso Kiev e dintorni, sensibilizzati da immagini e testimonianze quotidiane della guerra.
Questo non solo ha fatto calare le donazioni in Kenya, ma ha impedito a molti progetti di solidarietà di poter proseguire il loro percorso con quella continuità che è alla base della realizzazione di obbiettivi importanti.
“Il problema è ancora più serio e reale – spiega Samuele Tini, direttore dei progetti della ONG Manitese in Kenya e nel direttivo del Coordinamento delle Onlus Italiane in Kenya (COIKE) – perché coincide con la più grave crisi climatica e umanitaria degli ultimi 40 anni nel corno d’Africa, resa ancor più drammatica proprio da questa guerra solo apparentemente distante dal Kenya. Ad esempio, quest’anno, dopo mesi di siccità che hanno ridotto la produzione di cereali, i due maggiori esportatori in Est Africa, proprio Russia e Ucraina, hanno bloccato le forniture. Di conseguenza i prezzi delle farine (quella di mais è il principale sostentamento dei keniani) sono aumentati in maniera esponenziale. In tale contesto già critico, si è aggiunto il calo degli aiuti internazionali”.
Come si diceva, le organizzazioni non governative più accreditate e radicate sul territorio, sono quelle che soffrono maggiormente della situazione, perché con i loro progetti a stretto contatto con le comunità locali, non possono certo permettersi pause e sono in prima linea nel trovare soluzioni.
“E’ un momento di mare in burrasca e non solo non abbandoniamo la nave, ma dobbiamo fare da scialuppe di salvataggio per le realtà locali più colpite da questa situazione – conferma Tini - Quindi ci vediamo impegnati a raddoppiare gli sforzi in una situazione in cui sono calati in maniera preoccupante gli aiuti esterni. L’opinione pubblica, anche giustamente, è rivolta verso la grave situazione dei profughi ucraini, è sempre più importante trovare occasioni di solidarietà in loco e cercare di essere forti sul territorio, queste aree avranno bisogno dell’aiuto delle organizzazioni che non lasciano le comunità in balia di sé stesse. Organizzazioni che facciano della trasparenza, delle certificazioni e del rispetto di protocolli ed istituzioni locali la base per poter trasmettere il messaggio che il Kenya e il Corno d’Africa vanno aiutati a superare questo terribile periodo”.
In questo contesto, con la ripresa del turismo in vista, invitiamo sempre di più chi è sensibile alla solidarietà verso un paese e un popolo a cui è affezionato, a privilegiare realtà sociali, Onlus e ONG che sviluppino progetti sostenibili e siano gestite da professionisti del settore, possibilmente presenti sul campo. Di dispersione di soldi (anche in buonafede) donazioni controproducenti, solidarietà da caramelle, eroi ed eroine occasionali, presunte associazioni e onlus raffazzonate che fanno più i loro interessi che quelli della povera gente, ne abbiamo avuto fin troppo in passato.

TAGS: coikesolidarietàdonazionitrasparenza

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