Il turismo in Kenya è in netta ripresa e manda segnali di ottimismo per il proseguo della stagione. Questo dicono i dati ufficiali del primo Economic Survey 2022 pubblicato dal Governo. Rispetto all’anno precedente, nei primi mesi dell’anno i visitatori internazionali sono aumentati del 50% circa, il che segue l’aumento simile tra il 2020 (579 mila viaggiatori entrati nel paese) e il 2021 (871 mila). Certo, siamo ancora ben lontani dalle cifre degli anni pre-pandemia, soprattutto dalla punta registrata nel 2019 con il superamento di quota 2 milioni di visti online certificati.
Le comparazioni, a fine stagione 2022, andranno fatte rispetto a quel numero, ma è un dato di fatto che si potrà tranquillamente tornare sopra il milione di visitatori, lasciandosi alle spalle le due stagioni peggiori del millennio. Secondo le proiezioni del Ministero del Tesoro, il numero di ingressi in Kenya entro la fine della stagione finanziaria 2022/2023 potrebbe essere di 1.03 milioni.

Nonostante il Governo abbia sponsorizzato il buon lavoro fatto per incentivare il settore turistico (lo stanziamento di 15.8 miliardi di scellini potrebbe anche essere letto positivamente, se non preludesse alla solita dispersione di fondi per iniziative spesso discutibili e fini a sé stesse), gli imprenditori hanno dovuto fare da sé per tutelare i loro lavoratori e per la ripresa dopo le restrizioni. Non ci sono stati ammortizzatori sociali e anche la proposta di prestiti agevolati agli hotel attraverso la Tourism Finance Corporation conteneva talmente tanti vincoli e “paletti” che in pochissimi ne hanno potuto usufruire per rinnovare le loro strutture.
Com’è noto, in questi ultimi due anni è stato il turismo locale a salvare l’industria dell’ospitalità in Kenya. I keniani abbienti, probabilmente anche bloccati dal non poter viaggiare liberamente all’estero e dai ritardi nel processo vaccinale e nell’equiparazione dei green pass, si sono mossi all’interno del loro paese e i guadagni generati dal “domestic tourism” sono aumentati del 65% in un anno, passando da 88 a 146 miliardi di scellini kenioti nel 2021.

Nel complesso, l'occupazione dei pernottamenti è aumentata del 45,1 per cento, arrivando a 5,5 milioni nel 2021. Anche il numero di visitatori dei parchi nazionali e delle riserve di caccia è aumentato da 1,0 milioni nel 2020 a 1,5 milioni nel 2021.

Dai safari nel Maasai Mara e in altre riserve naturali alle vacanze sulle spiagge dell'Oceano Indiano, l'industria del turismo del Kenya contribuisce a circa il 10% della produzione economica e impiega oltre due milioni di persone. Negli ultimi due anni il settore ha perso quasi 1,2 milioni di posti di lavoro. Si guarda alla ripresa non solo per risollevare le imprese, il potere attrattivo sul mercato globale e il PIL del Kenya, ma per l’occupazione e poter sfamare queste persone e le loro famiglie.