EDITORIALE
29-12-2021 di Freddie del Curatolo
Non che il Kenya non abbia la percezione di essere un paese che deve ancora convivere con il Covid-19 e le sue ultime incarnazioni, ma le vacanze di Natale e Capodanno proseguono senza grandi privazioni né restrizioni. Languono i controlli, specie nelle località turistiche, per via che alla fine conviene a tutti, sul minimo requisito per accedere ad hotel, ristoranti ed attività di ogni tipo, ovvero una vaccinazione. “E chi dovrebbe controllare? - chiede il proprietario di un supermercato indiano di Malindi – io di certo non ho tempo, con il lavoro che c’è in questi giorni, né nessuno è passato, come era invece accaduto ai tempi del distanziamento sociale e delle altre restrizioni”.
In realtà il distanziamento sociale, così come l’obbligo di mascherine senza il naso fuori, ci sarebbe ancora, ma se ne sono tutti, anche giustamente, dimenticati.
Giustamente perché per ogni pratica fastidiosa, e l’Italia è maestra in questo, se non c’è l’obbligo, non c’è autodisciplina.
Il sito d’informazione Open ha pubblicato nei giorni scorsi un’inchiesta, con intervista al presidente della Federazione degli Agenti di Viaggio FIAVET, secondo cui più di due terzi degli italiani che si trovano attualmente nelle destinazioni esotiche, sono lì senza i requisiti, con lettere d’invito fittizie, come falsi volontari eccetera. Al ritorno saranno controllati? Nessuno ci crede.
«Il 70% di chi ha viaggiato verso destinazioni extraeuropee lo ha fatto in modo irregolare – scrive Open - E cioè dichiarando di essere un volontario, di viaggiare per lavoro, di avere la necessità di visitare parenti all’estero. Il risultato sono i viaggi irregolari, effettuati da operatori scellerati che lavorano online, oppure turisti che prenotano da soli. In entrambi i casi vanno dove non potrebbero andare utilizzando falsi inviti a seminari o inventando riunioni di lavoro o servendosi di partenze da luoghi terzi. Sono persone che sfuggono a ogni tracciamento. Oltre al danno economico alla filiera del viaggio sono anche pericolosi da un punto di vista sanitario».
Anche loro, come le regole, saranno giustamente dimenticati.
I keniani invece hanno invaso allegramente le località turistiche con una buona media di vaccinati: a Nairobi secondo dati ufficiali del Ministero della Salute, il 33% dei cittadini hanno già ricevuto entrambe le dosi e un nairobino su 2 ne avrebbe almeno una in corpo. Questo riguarda soprattutto le fasce medio alte, perché si esclude che negli slum e nelle periferie degradate ci sia stata corsa al vaccino, ma soprattutto che ci sia stata corsa alla vacanza di Natale.
Chi è arrivato sulla costa, come d’altronde avvenne l’anno scorso, ha anche portato la variante omicron che in buona parte si è sciolta al sole caldo e umido di queste settimane, in attesa che cambi il vento. A soffrirne un po’ di più sembrano essere gli europei. Tra Malindi e Watamu sono una cinquantina i positivi post-natalizi, pochissimi dei quali sono ricoverati o con febbre alta.
Omicron qui è meno seria di un’influenza che prende gola e naso e che ha colpito parecchia gente.
Molti turisti di Nairobi hanno preferito località più vicine: esultano gli albergatori di Naivasha, che dichiarano il tutto esaurito, così come i luoghi di attrazione, comprese le nuove piscine termali di Ol Karia. A Mombasa la spiaggia di Bamburi è comunque impraticabile e vista dal drone sembra un quadro impressionista della voglia di svagarsi, pure troppo.
Altre destinazioni come Lamu e la stessa Malindi, complici i tanti positivi, opteranno per soluzioni più intime per il veglione di San Silvestro: cene in casa o in ristoranti con posti limitati. Anche se c’è abbastanza gente per riempire i tanti locali che hanno predisposto party e cene su prenotazione.
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