Il Canto del Kenya di oggi, martedì 15 dicembre, è un’abitudine quotidiana che in Italia stiamo perdendo e che in Africa ancora resiste, nonostante l’esplosione della tecnologia e la propaganda che attaccarsi ad un telefonino per ogni cosa conviene economicamente.
Su chi è da sempre povero, questo dovrebbe fare colpo. Ma ci sono piaceri che valgono molto più del semplice gesto.
Uno di questi è la lettura del giornale.
Leggere il giornale cartaceo da noi è rimasto un privilegio delle persone anziane o al massimo di qualche pendolare, oltre che degli “addetti ai lavori”. Lo si sfogliava di fretta al bar, prima che la pandemia li rimuovesse insieme a tutto il resto, ma niente di più.
In Kenya invece, davanti ai baretti locali e ai bordi delle strade, all’ombra di grandi piante fronzute e dal barbiere, come nei nostri anni Settanta questo piacere resiste.
Perché è un piacere! Intanto leggere il giornale significa avere del tempo per farlo, e questo è libertà.
Poi significa saper ancora scegliere, approfondire, seguire mutamenti e logiche (anche perverse, perché no) a puntate, analizzare il nostro presente per immaginarne il futuro. Anche chi non sa e non pensa che il quotidiano sia tutte queste cose, inconsapevolmente lo sta facendo.
In Kenya il Daily Nation e lo Standard, i due più letti, costano 50 scellini. Come un pranzo decente. E come per il piacere di un piatto di riso e fagioli, lo si può dividere con una persona con cui fare due chiacchiere.
Lettura, confronto, condivisione. Sono tanti i canti dei piaceri quotidiani che da noi stanno perdendo la voce.