CELEBRAZIONI
20-10-2024 di redazione
L’ambasciatore d’Italia Roberto Natali, invita tutti i connazionali residenti o presenti attualmente in Kenya alla cerimonia in onore dei prigionieri Italiani deceduti in Africa orientale, che avrà luogo al sacrario di Nyeri domenica 3 novembre. L’ambasciatore, che presenzierà all’evento, tiene a ricordare che “sarà un momento importante per ricordare i nostri militari e, nel contempo, omaggiare le Forze Armate, struttura portante del nostro Stato democratico”.
Natali auspica “una partecipazione numerosa da parte degli italiani presenti in Kenya, a testimonianza del nostro spirito unitario e del rispetto verso coloro che hanno perso la vita lontano dai propri cari nel compimento dei propri doveri”.
L’appuntamento è fissato per le 10.30, la Santa Messa sarà celebrata alle 11.
Seguirà un rinfresco gentilmente offerto dal Comites Kenya nei locali attigui dei missionari della Consolata.
Il Comites organizza anche gratuitamente, da Nairobi, il trasferimento a Nyeri e il ritorno con pulmini.
La partenza dei mezzi è fissata per le ore 7 al Village Market di Gigiri, zona Kingsway Tyres.
Per chi volesse usufruirne, si prega di contattare il presidente Bruno Giachino, al tel. 0722512055 o via mail a giachinob@gmail.com oppure il vicepresidente Dario Zecchini a dario@zecchini.org entro il 28 Ottobre. Al momento della prenotazione, viene richiesta una cauzione di Kes 1000 che sarà restituita alla partenza.
Il Sacrario Militare degli Italiani, nella cittadina a poco più di due ore dalla capitale Nairobi, è stato costruito dal Governo italiano tra il 1950 e il 1952 su un terreno offerto in concessione dalle missioni della Consolata.
Non solo accoglie le spoglie del Duca Amedeo D’Aosta, comandante delle truppe che si arresero all’esercito britannico sulle montagne etiopi dell’Amba Alagi, ma quelle di altri 700 prigionieri italiani che dal 1941 al 1946 furono detenuti in 15 campi in Est Africa e principalmente in Kenya ed erano già stati tumulati in 25 cimiteri di guerra sparsi per il paese.
All’interno del sacrario è possibile leggere i nomi dei militari che hanno perso la vita durante la prigionia, dopo essere stati deportati e costretti a lavori forzati e condizioni al limite della sopportazione umana, tra malattie infettive, insetti ed animali, cibo scarso e igiene nullo.
Lo stesso Duca d’Aosta, pur tenuto in una prigione particolare, il castello Macmillan vicino a Thika, già affetto da tubercolosi, morirà di malaria.
Il Sacrario di Nyeri, oltre a conservare ed esporre la tomba del Duca all’interno della chiesa e le lapidi dei prigionieri caduti, ospita parte di un monumento scolpito e istoriato dai prigionieri italiani che il Comites ha trasportato da Thika e anche le tombe che ricordano gli ascari di religione mussulmana che furono fatti prigionieri insieme agli italiani e deportati.
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