LUOGHI DELLA MEMORIA
21-12-2021 di redazione
Nyeri è una cittadina a circa due ore e mezzo di auto dalla capitale del Kenya Nairobi, posata su una delle alture che contornano il Monte Kenya.
Qui, a mille e ottocento metri, in mezzo ad un verde ordinato che ricorda paesaggi europei e dove anche la gente pare averne consapevolezza, sorge un luogo della memoria per migliaia di italiani.
Il Sacrario Militare degli Italiani di Nyeri, costruito dal Governo italiano tra il 1950 e il 1952 su un terreno offerto in concessione dalle Missioni della Consolata, accoglie le spoglie del Duca Amedeo D’Aosta, comandante delle truppe che si arresero all’esercito britannico sulle montagne etiopi dell’Amba Alagi, e di altri 700 prigionieri italiani che dal 1941 al 1946 furono detenuti in 15 campi in Est Africa e principalmente in Kenya ed erano già stati tumulati in 25 cimiteri di guerra sparsi per il paese.
All’interno del sacrario è possibile leggere i nomi dei militari che hanno perso la vita durante la prigionia, dopo essere stati deportati e costretti a lavori forzati e condizioni al limite della sopportazione umana, tra malattie infettive, insetti ed animali, cibo scarso e igiene nullo.
Lo stesso Duca d’Aosta, pur tenuto in una prigione particolare, il castello Macmillan vicino a Thika, già affetto da tubercolosi, morirà di malaria.
Il Sacrario di Nyeri, oltre a conservare ed esporre la tomba del Duca all’interno della chiesa e le lapidi dei prigionieri caduti, ospita una volta all’anno la cerimonia di rimembranze presieduta dall’Ambasciatore d’Italia in Kenya.
A fianco della chiesa, vi sono anche le tombe che ricordano gli ascari di religione mussulmana che furono fatti prigionieri insieme agli italiani e deportati.
Ultimamente, su iniziativa del Comites e grazie alla segnalazione dello storico ed esperto di prigionieri italiani in Est Africa Aldo Manos, nel sacrario di Nyeri è stato trasportato anche un pezzo di monumento realizzato dai prigionieri di guerra del campo di Thika, raffigurante scene di guerra in Etiopia. Il monumento, del peso di 12 tonnellate, era stato già divelto e sarebbe scomparso se grazie all’iniziativa di alcuni connazionali non fosse stato trasportato fino a Nyeri. Il sacrario è facilmente raggiungibile dal centro di Nyeri, prendendo la strada per Nyahuru-Nanyuki e svoltando due volte a sinistra prima di scendere verso il bivio. Ad un certo punto si vedranno evidenti i cartelli. In alternativa basta chiedere delle missioni della Consolata e vi si arriverà.
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