IL RICORDO
12-10-2023 di Freddie del Curatolo
Nei giorni scorsi ci ha lasciato uno dei medici italiani pionieri in Kenya, Adriano Landra.
Valdostano di nascita, come tanti arrivato in Kenya tramite i padri della Consolata di Torino, per organizzare la sala operatoria di un ospedale ai piedi del monte Kenya, per lui amante della montagna e dell’alpinismo, non c’era luogo migliore.
Landra, scomparso serenamente a 98 anni, è stato uno dei primi ad occuparsi di chirurgia plastica nel paese che si avviava verso l’indipendenza. Fu lui direttamente, in una piacevolissima intervista di qualche anno fa per il libro “Ritratti di italiani in Kenya”, a raccontarmi la sua storia.
“Dopo poco che ero arrivato in Kenya, il paese sprofondò nella rivolta dei Mau Mau, , così decisi di prendere la specializzazione a Cape Town, dal 1955 al 1957. Quando tornai a Nairobi, il nuovissimo Aga Khan Hospital cercava un medico con le mie qualità e non esitai ad accettare”.
E tra le corsie dell’ospedale della capitale, Landra trovò anche l’amore, una ragazza francese la cui famiglia era fuggita dal Congo in rivolta. Era venuta a trovare un’amica ricoverata. Gli implacabili occhi azzurri del medico la stregarono. “Fu amore a prima vista” ammise Landra.
Da allora, la sua vita si è divisa tra lei, la sala operatoria e le vette keniane.
“Ricordo quasi tutte le operazioni che effettuato e ho tenuto il conto – mi disse – sono 13.740, lo scriva!”.
Landra è stato il primo italiano ad arrampicarsi sul Monte Kenya dopo la scalata leggendaria di Benuzzi e Balletto, i prigionieri italiani che fuggirono da un campo di detenzione britannico e fecero l’impresa, piantando il tricolore per poi tornare in prigionia.
“Nel raggiungere Point Lenana – mi raccontò Landra – trovai piantati nella roccia i ramponi usati dai due prigionieri. Li riconobbi perché erano stati fabbricati con le scatole di tonno e sardine, come mi avevano raccontato. Più avanti c’era anche un pezzo di corda. Sono tra i cimeli più cari che conservo”.
Landra nel corso degli anni scalerà anche il Kilimanjaro e il Ruwenzori, fino a coronare il grande sogno di una spedizione sull’Himalaya.
Tra incarichi professionali in Indonesia e in Medio Oriente, incarichi a Londra e aggiornamenti ad Oxford, Landra ha sempre fatto ritorno in Kenya, lavorando fino alla soglia dei novant’anni e lasciando il piccone in giardino solo pochi anni prima.
“La mia vita è stata sempre una vacanza, perché ho amato il mio lavoro e le cose che ho fatto” ammise. Italiani di un tempo, e di un Africa, che fu.
Kwaheri, dottor Landra!
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